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lunedì, Settembre 15, 2025

Formazione professionale, le novità: catalogo e tre euro l’ora ai corsisti

EvidenzaFormazione professionale, le novità: catalogo e tre euro l'ora ai corsisti

Le linee guida sono chiare. L’assessore Di Baggio è sicuro di aver trovato la risposta al problema che affligge tanti, tantissimi giovani in regione: il lavoro. Meno parrucchieri e pizzaioli, ma più saldatori e falegnami. E’ in estrema sintesi il programma della giunta per i nuovi corsi di formazione professionale, riassunto in quello che a palazzo Vitale considerano la vera novità per il settore: un catalogo formativo. L’elenco dei corsi che lo comporranno sarà pronto nei prossimi giorni, ma l’operazione è già partita e contiene diverse novità.

Oltre al catalogo, quella più evidente è l’introduzione dell’indennità di frequenza che verrà corrisposta ad ogni corsista: tre euro l’ora.

In passato – ha rilevato Di Baggio – gli enti formatori puntavano su strutture esistenti: se avevano forni per i pizzaioli o caschi per i parrucchieri quei corsi svolgevano. Ora invece – ha garantito l’assessore – servono nuove figure e gli enti che presenteranno i progetti avranno i fondi se garantiranno l’assunzione già in accordo con le aziende che li richiedono”. Una tesi spalleggiata dal governatore: “Servono nuove professionalità – ha aggiunto Toma – per sconfiggere la disoccupazione. Puntiamo – ha annunciato il presidente – sulla strada della green e blu economy”.

A disposizione ci sono 13 milioni di euro, ma la prima tranche spendibile non supera i tre milioni e mezzo.

Tutto luccicante, nel giorno della presentazione, come le auto nuove in concessionaria.

Tuttavia, tra gli enti di formazione è già serpeggiato qualche dubbio. A cominciare dai tre euro da erogare ai corsisti, esperimento già introdotto qualche anno fa. C’è il rischio che chi partecipa ai corsi lo faccia per raggranellare qualcosa e non per ottenere una qualifica. E quanto del finanziamento programmato se ne va alla voce indennità per i corsisti.

Poi l’effettiva necessità di quella o quell’altra qualifica. Non c’è in regione, e non è mai stata fatta finora, una analisi sull’effettivo fabbisogno del mercato del lavoro. In sostanza nessuno sa se corrisponde al vero che ci saranno più opportunità di lavoro per le nuove figure professionali introdotte o per le estetiste che invece sono state cancellate.

L’idea, dicono al momento sottovoce dagli enti che hanno più esperienza nel settore, è che ancora una volta in questo settore non si sia voluta innalzare l’asticella della qualità, ma si sia preferita la scelta politica e territoriale per accontentare un po’ tutti. Siamo solo alla fase iniziale, hanno detto Toma e Di Baggio. Al primo giro di prova sarà più chiaro se l’ingranaggio può funzionare o se servono correttivi

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