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venerdì, Aprile 19, 2024

Zuccherificio, gli ex lavoratori scrivono a Di Maio: “Ci sentiamo abbandonati e presi in giro”

AperturaZuccherificio, gli ex lavoratori scrivono a Di Maio: "Ci sentiamo abbandonati e presi in giro"

Ci sentiamo abbandonati e presi in giro, ci rivolgiamo a lei Ministro del Lavoro, affinché possa trovare una rapida ed efficace soluzione per la nostra vertenza”. Si chiude così, con queste parole tombali, la lettera scritta dagli ex lavoratori dello Zuccherificio del Molise a Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro del governo Conte, e capo politico del Movimento 5 Stelle.

Con questo appello disperato, è giunto alla stazione finale il calvario dei 69 ex dipendenti dello stabilimento saccarifero molisano, un tempo fiore all’occhiello della Regione.

Dallo scorso 5 luglio, 25 ex lavoratori sono già fuori da ogni ammortizzatore sociale. Per gli atri lavoratori, la perdita di ogni tutela previdenziale scatterà ia fine anno. “Dopo 18 mesi – scrivono i lavoratori a Di Maio – ci ritroviamo con gli ammortizzatori sociali concessi, la mobilità, già scaduti per un primo scaglione di lavoratori che praticamente si ritrovano senza una forma di sostentamento; per gli altri l’agonia avrà durata leggermente superiore, fino a dicembre prossimo”.

La vicenda, tristemente nota, nasce a fine 2016 quando dopo varie vicissitudini i cancelli dello Zuccherificio del Molise vengono chiusi per sempre e persino la scritta viene cancellata dal silos principale. E’ questa la prima tappa del calvario che adesso si sta concludendo. Nel frattempo si sono succeduti due governi regionali, di segno opposto, ma l’atto di accusa dei lavoratori si rivolge ad entrambi. Sono sempre i lavoratori a parlare, anzi a scrivere, e le parole sono lapidarie: “Tutte le iniziative prese dalla classe politica locale, del vecchio governo ma anche del nuovo da poco insediatosi, non hanno prodotto nulla di concreto; le promesse sono state tante ma si sono rivelate solo fumo negli occhi”.

La conferma che dalla Regione potrà farsi poco o nulla arriva purtroppo anche dalle organizzazioni sindacali. Adesso bisognerà vedere se Di Maio, interpellato, risponderà e se dal Ministero del Lavoro potrà giungere qualche soluzione.

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