Batosta Bandiere Blu per il Molise, dove solo un Comune per il 2018 ha ottenuto il prestigioso vessillo, garanzia di acque limpide e servizi per i turisti. Si tratta di Campomarino, che per il sesto anno farà sventolare le bandiere blu sulle sue spiagge. Clamorosa esclusione di Termoli, che dopo ben 15 anni di assegnazioni consecutive resta a bocca asciutta. Una doccia fredda per l’Amministrazione comunale che con molta probabilità sconta una gestione non incisiva sul depuratore di Termoli che negli scorsi mesi è stato anche sequestrato su ordine della Procura di Larino per gli sversamenti in mare. Il procuratore La Rana ha chiesto il rinvio a giudizio per sette indagati tra amministratori, funzionari pubblici e vertici Crea, società che gestisce l’impianto. La motivazione ufficiale si saprà solo più avanti, quello che è certo, è che negli inviti per la cerimonia prevista a Roma, Termoli non c’è.
Non la prende più da alcuni anni invece Montenero di Bisaccia. “Per i servizi che abbiamo mi sembra assurdo” è il commento del sindaco Nicola Travaglini che questa volta ha intenzione di andare a fondo sulle motivazioni. Resta senza bandiera come anche lo scorso anno anche Petacciato, ma non perché esclusa: “Semplicemente non abbiamo partecipato” spiega il sindaco Roberto Di Pardo. “Non abbiamo presentato domanda perché non ci sono i servizi minimi richiesti. Avrei dovuto dichiarare il falso. L’acqua è pulita, questo lo sanno e lo vedono tutti. L’impegno ora è dotare la spiaggia di servizi e partecipare, questa volta con tutti i requisiti, per il prossimo anno” ha dichiarato Di Pardo.
Sesta conferma consecutiva per Campomarino: “Siamo orgogliosi di questo risultato” è il commento dell’assessore al turismo Anna Saracino. “Continuiamo a lavorare e ad avere attenzione all’ambiente e ai servizi sulle spiagge” ha concluso. E se Campomarino vanta la bandiera blu, al lido ci sono ancora conti in sospeso con la pineta, dove continua il degrado e l’abbandono, così come denunciato dal consigliere comunale di opposizione, Antonio Saburro, che chiede lumi sui lavori di recupero previsti e finanziati con un contributo regionale di 120mila euro. “Dopo tre anni – ha osservato l’esponente della minoranza – non solo l’opera non è stata realizzata ma la situazione sembra anche peggiorata con l’aggravante che l’impresa ora chiede i soldi per i lavori già effettuati e per il materiale acquistato” ha concluso Saburro.