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venerdì, Marzo 29, 2024

Colpo di coda di Frattura. Chiude il Cardarelli e dispone il trasferimento integrale alla ex Cattolica

AperturaColpo di coda di Frattura. Chiude il Cardarelli e dispone il trasferimento integrale alla ex Cattolica

di PASQUALE DI BELLO

Come il gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, Paolo di Laura Frattura esce dalla porta e rientra dalla finestra. Parliamo di Sanità e della recente decreto numero 46 emesso dal Commissario ad acta in data 26 aprile 2018, ovvero ad elezioni regionali ampiamente celebrate e con uno sfratto esecutivo in corso, Frattura ha approvato il programma degli investimenti sanitari che riguarderà l’intera rete regionale. Un impegno massiccio di risorse pubbliche pari a 105 milioni di euro, di cui 100 a carico dello Stato e 5 a carico della Regione. L’ex inquilino di via Genova potrà obiettare di essere ancora lui il commissario per la Sanità, ma essendo se non certa altamente probabile la sua sostituzione con il nuovo presidente Toma sarebbe stato opportuno attendere l’insediamento del nuovo padrone di casa prima di accendere il disco verde ad un programma di investimenti che andrà a stravolgere l’attuale assetto delle strutture sanitarie, intervenendo su temi che hanno infiammato il dibattito pubblico. Ad esempio il processo di integrazione tra l’ospedale Cardarelli di Campobasso e la Fondazione Giovanni Paolo II, meglio conosciuta come ex Cattolica. Un investimento stimato dallo stesso decreto commissariale in 40 milioni di euro. Di questi 22 saranno a carico dello Stato ed uno a carico dalla Regione. E già qui comincialno le domande. All’appello mancano 17 milioni di euro, non certo bruscolini, ed è legittimo chiedersi da dove e come verranno procurati. Questa mole massiccia di denaro – ed è questo il cuore della notizia – servirà ad adeguare i locali della ex Cattolica per accogliere il trasferimento integrale del Cardarelli. In questo modo, scrive Frattura, sarà “possibile il trasferimento di tutte le attività del presidio Cardarelli all’interno della struttura Giovanni Paolo II”. La proposta di integrazione – prosegue Frattura – “prevede la ristrutturazione di alcuni corpi di fabbrica, ceduti all’Asrem, in diritto di superficie, dall’Università Cattolica del Sacro cuore e la costruzione di nuove strutture su lotti di terreni acquistati dall’Asrem”.

Sul tema si pone un interrogativo di ordine giuridico e di prospettiva. Posto che con soldi pubblici verranno realizzati interventi su una struttura privata, cosa accadrà qualora la ex Cattolica decidesse di lasciare il Molise e trasferire altrove la propria attività? Il diritto di superficie non è certo quello di proprietà e allora, in quel caso, toccherebbe riacquistare al pubblico i locali dal privato già costruiti e ristrutturati con fondi della collettività?

A rendere ancora più evidente il processo di smantellamento del Cardarelli, e quindi dell’ospedale pubblico, c’è poi un altro aspetto. Il trasferimento non solo strutturale ma funzionale presso la Fondazione dei reparti di Oncologia e Chirurgia di quello che da oggi possiamo già chiamare, purtroppo, ex Cardarelli.

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