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giovedì, Maggio 2, 2024

‘Bomba ecologica’ a due passi dal Molise. Corteo di protesta per dire no all’impianto di Sassinoro

Apertura'Bomba ecologica' a due passi dal Molise. Corteo di protesta per dire no all'impianto di Sassinoro

di ANNA MARIA DI MATTEO

La bomba ecologica è a pochi passi dalla valle del Tammaro, da Sepino con il suo splendido sito archeologico di Altilia, nel cuore del Parco del Matese.  L’ecomostro, così come è stato ribattezzato, sarà realizzato a Sassinoro, in contrada Pianella. Un mega impianto per il compostaggio che avrà una capacità, in partenza, di 22 tonnellate di rifiuti al giorno. Un allarme ambientale che coinvolge due regioni, il Molise e la Campania. Il governatore di quest’ultima ne ha autorizzato la realizzazione, provocando la durissima presa di posizione da parte delle comunità locali campane e di quelle del Molise. Un dissenso forte e chiaro che si è concretizzato in una manifestazione che ieri ha coinvolto centinaia di persone, partite dal sito archeologico di Altilia per arrivare fino all’area Pip di Sassinoro sulla quale sorgerà l’impianto. Auto, trattori, furgoncini e poi tanta gente anche a piedi hanno camminato lungo la statale 87 che unisce il Molise alla Campania. Tutti uniti dallo slogan  ‘No monnezza’ hanno percorso quasi cinque chilometri, fermandosi poi in località Pianelle. Alla manifestazione hanno aderito numerose associazioni ambientaliste e il comitato ‘Rispetto e tutela del territorio’. Una protesta condivisa anche dal neo presidente della Regione Molise Donato Toma che ha espresso la propria solidarietà ai manifestanti, dai Comuni di Sepino e Cercemaggiore e dall’Unione dei Comuni della Valle del Tammaro. Dal versante campano, la Provincia di Benevento, i Comuni di Sassinoro, Morcone e le altre amministrazioni locali hanno già detto no all’ecomostro. Tutti concordi sulla necessità di bloccare la realizzazione dell’impianto la cui presenza avrebbe ripercussioni gravissime non solo dal punto di vista turistico, ma anche ambientale, con il rischio, altissimo, dell’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria in una delle zone più belle d’Italia dal punto di vista naturalistico. L’area del Matese, ancora una volta colpita al cuore. Ma le comunità locali sono pronte a dare battaglia, sperando in un ripensamento da parte della Regione Campania su cui il pressing delle popolazioni coinvolte non si fermerà.

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