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giovedì, Marzo 28, 2024

Carrese di San Martino, il Presidente Toma scrive al Prefetto: “La Corsa dei Carri è il simbolo di una comunità. Le sollecito la rimozione di ogni ostacolo”

AperturaCarrese di San Martino, il Presidente Toma scrive al Prefetto: "La Corsa dei Carri è il simbolo di una comunità. Le sollecito la rimozione di ogni ostacolo"

di PASQUALE DI BELLO

Uno dei primi atti del nuovo Presidente della Regione Molise è una decisa presa di posizione in favore delle Carresi e, segnatamente, della Carrese di San Martino in Pensilis, duramente colpita da un provvedimento prefettizio che ne impedisce lo svolgimento il prossimo 30 aprile.

“Preg.ma Dottoressa – scrive Toma rivolto al Prefetto, Maria Guia Federico – sottopongo alla sua cortese attenzione la questione riguardante la tradizionale Corsa dei carri di San Martino in Pensilis che si svolge ogni anno il 30 di aprile in onore del santo Patrono San Leo. Come è a lei noto, si tratta di un notevole esempio rientrante fra i beni appartenenti al patrimonio culturale immateriale e, quale espressione di identità culturale collettiva contemplata dalle convenzioni UNESCO, è stato chiarito dal MIBACT di interesse storico-culturale e demoantropologico particolarmente importante. Ma a parte questi riconoscimenti sul piano culturale, la Corsa dei Carri è il simbolo di una comunità che si sentirebbe privata della propria identità qualora la manifestazione non avesse luogo. E’ per questo motivo – conclude Toma – che le chiedo, anche perché sollecitato dalla cittadinanza di San Martino in Pensilis, di intervenire affinché possano essere rimossi tutti gli ostacoli  che impediscono lo svolgimento della manifestazione in piena sicurezza, in modo da garantire l’incolumità degli animali e delle persone. Grato per quanto potrà fare, porgo cordiali saluti. Donato Toma“.

L’intervento del neo Presidente è particolarmente significativo poiché inquadra esattamente la Carrese nella sua dimensione di bene culturale immateriale e di espressione identitaria di un intero popolo. Toma esce dallo stretto steccato delle regole (che vanno comunque rispettate) che ha strangolato il dibattito sulle Carresi riducendo la questione a mero fatto giuridico e sposta il confine della discussione verso un territorio, quello della cultura, dei beni immateriali e dell’identità, rispetto al quale l’azione politica si era rivelata sinora assente. Al pari delle norme di sicurezza e del benessere animale vi sono altri beni tutelati da leggi e convenzioni internazionali e tra questi certamente è iscritto il diritto di un popolo a salvaguardare e tramandare la propria identità e la propria storia. Alla Carrese mancano 48 ore e, in due giorni, volendo si può fare tutto.

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