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venerdì, Aprile 19, 2024

Mobilità in deroga: oggi a Roma la protesta dei lavoratori

AttualitàMobilità in deroga: oggi a Roma la protesta dei lavoratori

La protesta dei 1744 lavoratori della mobilità in deroga che attendono il pagamento di 13 mensilità divise tra il 2015 e il 2016 dal Molise oggi si è spostata a Roma. Precisamente in via Veneto, davanti al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Messi alle strette dalla inconcludenza della politica locale, i rappresentanti del comitato, una decina di persone, oggi ha bussato alla porta del Ministro Poletti per chiedere e ottenere una soluzione in tempi rapidi. Un sollecito in tal senso era venuto nei giorni scorsi anche dai parlamentari Danilo Leva e Roberto Ruta che, rispettivamente, avevano scritto al Ministro Poletti e al premier Gentiloni. Sollecito, a quanto è dato di sapere, cascato nel vuoto. Il clima di generale smobilitazione che accompagna la legislatura morente, di certo non facilita l’impegno e la ricerca di soluzioni. Stesso dicasi anche sul piano locale, con partiti, movimenti e consiglieri regionali impegnati nella corsa alle liste e decisamente assenti e distratti sul tema lavoro. Come del resto lo è stato per l’intera legislatura. Anche quella regionale, nonostante i rinvii disperati di Frattura, è ormai arrivata all’estrema unzione, lasciando purtroppo aperte tutte le vertenze e le crisi industriali. Complessivamente, come ha ricordato la CGIL, i lavoratori strangolati dalla crisi e dalla malapolitica sono circa 10mila, accumultai in 5 anni di legislatura regionale di cui gli ultimi due e mezzo trascorsi senza la figura dell’assessore al lavoro. Tra questi, anche i 1744 lavoratori della mobilità in deroga, uomini, donne famiglie a cui, putroppo, anche oggi è tocato un giorno di calvario. Il 29 dicembre scorso, il Consiglio regionale del Molise, all’unanimità, ha adottato un ordine del giorno inteso a sollecitare una soluzione da parte del Ministero. Ma oggi, il Ministro Poletti a Roma non ha ricevuto nessuno. Pare che non ci sia. Sarà svanito, come la legislatura nazionale e quella regionale. Nel nulla.

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