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venerdì, Marzo 29, 2024

Terra di Molise: i politici oggi si sono trasformati da mercanti in predoni

AperturaTerra di Molise: i politici oggi si sono trasformati da mercanti in predoni

di ADELE FRARACCI

Stiamo in Molise avviandoci verso quella che sarà molto probabilmente l’ultima consiliatura prima della creazione delle macroregioni. È così che i politicchi, pure quelli icchi icchi, sono già proiettati in campagna elettorale, l’ultima per assicurarsi la poltrona utile alla personale sopravvivenza ‘politica’, equivalente al definitivo saccheggio del Molise a beneficio delle tasche proprie e della propria prole . Tra loro, prima ancora di cominciare la corsa, c’è chi ha il fiato corto e si fa accompagnare a Ceppaloni da Mastella per la questua, chi va a Roma , anche quella papalina, chi in Toscana, chi in loco cerca di conquistare spazio attraverso atti ‘cortesi’ e lecchini nei confronti del potente al governo, chi sta comodo, come Cristiano Di Pietro, e il potente ce l’ha in casa : il papà non si presenta in Molise e baratta la sua esclusione con un posto al sole per il figlio sotto l’ala protettrice niente popo’ di meno che di Vittorino Facciolla. Paolo Frattura, dal canto suo, fa sapere di voler ricandidarsi a Presidente, nonostante gli spintoni e i fischi che si fa scivolare addosso come nulla fosse perché l’obiettivo è non il decoro ma la poltrona. Del resto, il decoro sembra non abitare più qui in Molise, come insegna il quadro prima descritto, comprensivo di Di Pietro oggi, e di quello di cinque anni fa : Michele Iorio si ostinò a ricandidarsi, contro la volontà del restante cdx, come presidente, non vinse ma la poltrona da consigliere ‘di opposizione’ se l’assicuro’. L’esempio è valido oggi tanto di nuovo per lui, quanto per Frattura. Questo è il quadro: cosa il Molise può fare per loro e non loro per il Molise. Questo è il quadro anche per chi ha lavorato a mani pulite e si erse un tempo a paladino dell’etica e della legalità. Questo il quadro nonostante città e paesi molisani siano sempre più spopolati e poveri, i cittadini residenti vieppiù smarriti e il lavoro, quando c’è , non arricchisce e rende liberi ma sottomette a sfruttamento e al ricatto. Due casi emblematici di precarietà, di cui nessuno parla e che si aggiungono ai tanti altri conosciuti e al complessivo e desolante fenomeno della disoccupazione vecchia e recente: 1) giovani operai in Fiat schiavizzati sotto contratto a termine dai 3 ai 6 mesi , schiacciati dal ferreo controllo del capo area che vigila finanche sui tempi della pipì superando addirittura l’ottica tayloristica di un secolo fa quando l’operaio Schmidt poteva puntare quantomeno a un aumento salariale in cambio del lavoro massacrante, oggi l’operaio può solo agognare a tenersi il posto sottopagato in cambio di prestazioni massacranti. Invece che l’aumento rischia il licenziamento, Precarietà e Ricatto sono il suo pane quotidiano grazie al lavoro interinale da Biagi al jobs act di Renzi; 2) a Infermieri della Fondazione Giovanni Paolo II, struttura convenzionata con soldi pubblici, per diversi anni non sono stati versati contributi ai fini pensionistici, ci sono evidenti responsabilità amministrative e penali, ma intorno alla vicenda è calato il silenzio, tutto tace. Non ne parlano i Poteri forti, del trono e dell’altare, non ne parlano i grillini istituzionali, non ne parlano i sindacati e neppure i media. Evidentemente i lavoratori avvertono il ricatto e stanno zitti. Chissà quanti altri sono gli esempi sommersi e che non vengono a galla, la gente è zittita sotto lo smacco delle meschinità, dei rancori e del ricatto, così come i giovani che soffrono precarietà e sfruttamento tanto nel lavoro manuale quanto in quello intellettuale. Ecco in questo quadro la campagna elettorale sarà non solo l’ultima, ma anche la più infima della storia dell’autonomia regionale, la più grottesca ed indecorosa condotta avanti da autentici Predoni, indifferenti al bene comune e agli interessi generali. Molti cittadini non andranno a votare, altri invece che una bomba lanceranno un grillino, altri ancora si sottoporranno al solito mantra del clientelismo non percependo ancora appieno il nuovo quadro: la trasformazione dei politicchi locali da Mercanti di compravendita di voti in cambio di un lavoro PRECARIO a Predoni che rifilano delle madornali sóle. Il voto utile e quello razionale sono stati così annichiliti, quello di pancia, emotivo o della fame, alimentati. Mi chiedo se qualche politico oggi possa mostrare un colpo di reni e scendere in campo con generosità , col suo bottino di esperienza e di voti, supportando belle persone, capaci e di spessore etico e di visione, per una battaglia di civiltà prima della scomparsa, sotto il vessillo dell’indecenza, dell’autonomia regionale: casomai si può anche perdere ma con onore, rimarcando la propria estraneità all’ultima e disonorevole giostra e fissando un canovaccio: la politica può sopravvivere all’attuale tirannide economico-finanziaria e dei Predoni. Bisogna rilanciare reali prospettive democratiche, le quali possono ormai risorgere fuori da parole svuotate di significato, quelle di destra e di sinistra; come si può parlare ancora di destra e di sinistra in Molise con nomi, come Patriciello, trasversali agli schieramenti? Come si può parlare di democrazia in Molise quando regna una pressoché totale assenza di competivita’ imprenditoriale, economica ed etica? Come si può parlare di democrazia quando è stata recuperata la ‘perizia tecnica’ tipica dei gulag o dei campi di concentramento nazisti e per la quale i novelli ‘campi di lavoro’ ripudiano l’idea che ‘ il lavoro rende liberi’ ? Ecco la vera parola d’ordine è democrazia qui e ora, da onorare secondo la visione di un nuovo corso che punti a intervenire nel far chiarezza sulle regole del gioco sul terreno economico e imprenditoriale, nel sostenere davvero la dignità del lavoro nel comparto privato e pubblico, nel ricostruire meccanismi di welfare, anche in ordine ai baluardi rappresentati dalla scuola e dalla sanità. Qui e ora, cosa possiamo fare noi per il Molise e non il Molise per noi? Questa è la domanda giusta e opportuna, l’unica che può dare risposte razionali e utili opportunità a tutti e non ai pochi, a quei soliti noti trasformatisi da Mercanti a Predoni e tra essi a quanti si autoesaltano a fare impresa coi soldi pubblici o attraverso lo sfruttamento e precarietà del lavoro dei loro dipendenti o, in alcuni casi, entrambi. Dalla crisi economica ed etica si può uscire, la Storia lo insegna attraverso innumerevoli esempi. I ‘tempi moderni’ denunziati da Chaplin trovarono accoglienza e in parte una risposta nel grande Presidente democratico Roosevelt, votato non a caso per quattro mandati, mentre il cuore dell’Europa collassava sotto la scure del nazifascismo e della seconda guerra mondiale.

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