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sabato, Ottobre 5, 2024

Caso Bari: il Molise dorme, si sveglia invece la stampa nazionale. “la Verità” accende i riflettori

AperturaCaso Bari: il Molise dorme, si sveglia invece la stampa nazionale. "la Verità" accende i riflettori

di PASQUALE DI BELLO

Finisce in cronaca nazionale il “caso Bari”, quello che ha visto come protagonisti due innocenti, la direttrice di Telemolise, Manuela Petescia, e il magistrato Fabio Papa, vittime di accuse infamanti lanciate al loro indirizzo dal presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. Ad occuparsi della vicenda è il quotidiano “la Verità”, diretto da Maurizio Belpietro. Esattamente due mesi dopo la sentenza di assoluzione con formula piena, perché il “fatto non sussiste”, pronunciata lo scorso 4 maggio dal giudice Antonio Diella, il quotidiano “la Verità” a firma del giornalista Fabio Amendolara, ripercorre le tappe di un calvario giudiziario degno dei peggiori e violenti regimi dittatoriali. A finire sotto la lente di ingrandimento del giornalista sono soprattutto le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Campobasso, a quel tempo guidata dal dirigente Giuseppe Annichiarico. Manipolazioni confezionate ad arte, fascicoli mescolati, intercettazioni tagliate e cucite in maniera subdola, scambi di nomi grossolani, come quello di Fabio Papa che diventa, improvvisamente, Michele Iorio. Sono soltanto alcuni degli ingredienti sui quali Amendolara – giornalista specializzato in inchieste giudiziarie – si concentra e che hanno caratterizzato la stagione più buia e torbida della vita giudiziaria molisana. Due procedimenti, quello sul cosiddetto “sistema Iorio” e quello finito a Bari, che vengono abilmente mescolati e le cui intercettazioni, rivedute e corrette, vengono utilizzate come una clava. Fabio Amendolara fa una ricostruzione puntuale delle tappe di questo torbido affare per il quale Petescia e Papa hanno a loro volta sporto denuncia, sottolineando come il caso sia finito anche in Parlamento, oggetto di una interrogazione presentata da 17 senatori del gruppo “Federazione della libertà” con primo firmatario Gaetano Quagliariello. Sulla correttezza o meno delle indagini condotte della Squadra Mobile del tempo, sono chiamati a rispondere il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. A costoro spetterà di chiarire anche le condizioni generali nelle quali questo inquietante episodio è maturato, coinvolgendo sulle fandonie addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare sulla Questura del tempo guidata da Giancarlo Pozzo e sul ruolo esercitato in quel contesto dalla sorella del governatore, Giuliana di Laura Frattura nella veste di capo di Gabinetto del Questore.

Casi analoghi in Italia – vedi la vicenda che riguarda il padre dell’ex premier Matteo Renzi – hanno provocato terremoti giudiziari, in Molise e nella “sonnacchiosa Campobasso”, come “la Verità” definisce a ragione il capoluogo molisano, tutto tace. “Dal ghetto mediatico molisano – scrive Fabio Amendolara – storie come queste escono con molta difficoltà”. Ma c’è di più, storie come queste, nel ghetto mediatico molisano, nemmeno c’entrano. Il sostanziale silenzio degli organi di informazione, in tal senso, è inquietante, come quello di gran parte della politica e di quella pletora di postulanti che, avendo scritto qualche libretto di scarsa fortuna, in Molise si danno arie da intellettuali in sedicesimo. Tutti tacciono. Ma se in Regione l’omertà sembra farla da padrona, non è lo stesso sul piano nazionale. La vicenda, finita in Parlamento e sule pagine de “la Verità”, è destinata a fare ancora molto rumore.

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