La crisi ha accentuato il divario economico e sociale tra il Nord e il Sud. A ricordarlo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha confrontato i risultati registrati dall’analisi del Pil pro capite, il tasso di occupazione, quello di disoccupazione e il rischio povertà o esclusione sociale. Raffrontando il periodo dal 2007 al 2015 (ultimo anno disponibile a livello regionale come dato), al Molise va la maglia nera nel calo del reddito medio pro-capite con un meno 11,2%, che attesta un disagio crescente.
Sempre secondo i dati un meridionale su due si trova in gravi difficoltà economiche. Il consigliere regionale Michele Petraroia ricorda che il Molise di suo ci aggiunge il blocco delle borse lavoro per i 1.400 disoccupati di lunga durata, lo storno di 13 mensilità di mobilità in deroga per 1.744 operai disoccupati, il blocco del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza 2015 per l’80% di 426 disabili gravi e l’esclusione dalla sperimentazione del Ministero del lavoro sull’assegno di ricollocazione occupazionale. Un dramma che ad ogni livello non si risolve con la narrazione che tutto va bene,ma ripensando o mettendo in pratica una strategia.
Il Movimento per la Sovranità popolare, tra gli altri, in una nota, non manca di attribuire colpe evidenti al governo regionale, oltre che a quello nazionale e invita i cittadini a voltare pagina. E lo fa alla luce anche di altri dati, quelli Istat, gli ultimi, che fotografano come in Molise ci siano 1578 residenti in meno, con 2088 nascite a fronte di 3578 decessi, tasso di nascita tra i più bassi; nel corso del 2016 gli stranieri residenti regolarizzati sono stati 2256; oltre il 30% dei neolaureati ha lasciato, negli ultimi anni, la regione; la disoccupazione giovanile in alcune zone è oltre il 50%; il tasso generale di disoccupazione, al 12,8 %, è comunque sempre sopra la media nazionale, l’11%; la percentuale di chi è in grave deprivazione si attesta al 9,9; il 33% della popolazione, infine, è a rischio povertà.