Sono in fase avanzata le procedure per adeguare il villaggio provvisorio di San Giuliano di Puglia a centro di prima accoglienza per cinquecento migranti. Nei prossimi giorni si conoscerà l’esito del ricorso al Tar presentato da una delle ditte che hanno partecipato all’appalto da circa tre milioni di euro. Dalla sentenza dipenderà l’avvio dei lavori di sistemazione delle casette di legno che all’indomani del terremoto del 2002 ospitarono gli sfollati del paese più colpito.
Un progetto in dirittura di arrivo che tuttavia incontra un ostacolo di percorso a qualche chilometro di distanza.
Il Consiglio comunale di Santa Croce di Magliano ha approvato all’unanimità un documento che si oppone all’iniziativa e chiede la revoca della convenzione firmata dal Comune di San Giuliano e dalla Prefettura di Campobasso.
L’incontro segue una riunione con i sindaci tenuta proprio in Prefettura e un’assemblea pubblica per fare il punto sul progetto. Presenti, tra gli altri, diversi sindaci e amministratori del territorio, i parlamentari Danilo Leva e Laura Venittelli, l’assessore Vittorino Facciolla e altri rappresentanti politici e del territorio.
Dal confronto è scaturita la delibera che chiede al sindaco di non sottoscrivere alcun protocollo d’intesa in merito al progetto e di chiedere, in generale, la revoca dell’intesa esistente in quanto – si riporta nel documento – non sono rispettati gli accordi Stato-Regioni e non si garantisce la sicurezza delle popolazioni e degli ospiti se non a livello di meri intenti richiamando anche il decreto sulla riforma del sistema di accoglienza.
Si punta a individuare un organismo permanente per individuare un utilizzo diverso dell’ex villaggio per la ripresa sociale e produttiva e di valorizzare l’accoglienza diffusa con i centri Sprar rispetto a numeri così alti che rappresentano solo per San Giuliano quasi la metà dei residenti.
La volontà del Comune di Santa Croce è quella di evitare in tutti i modi di creare strutture abitative che ammassano, ghettizzano e mortificano coloro che fuggono dalle guerre. Le decisioni vanno condivise e non imposte – ha osservato il sindaco, Donato D’Ambrosio.