Il calcio moderno, si sa, è più un business che uno sport. Al giorno d’oggi le squadre più forti sono quelle che dispongo dei fatturati più alti e del potere d’acquisto maggiore. E, di conseguenza, i migliori calciatori sono quelli meglio pagati. In un’epoca in cui si arriva a pagare fino a 20 milioni di euro netti l’anno le prestazioni di un giocatore professionista, non risulta poi così strano se uno di questi finisce in un buco nero finanziario dovuto alla mancata dichiarazione di svariati milioni al fisco. Il caso di Cristiano Ronaldo, che secondo le notizie finora riportate dovrebbe all’erario spagnolo più di 14 milioni di euro, è solamente l’ultimo di una lunga lista di calciatori che, volenti o nolenti, hanno contratto debiti enormi nonostante per loro le tasse non dovrebbero essere un problema. Insieme a lui, infatti, c’è anche il suo rivale storico Lionel Messi, che è ancora in causa con lo stato spagnolo per il patteggiamento riguardo un debito verso il fisco comunque inferiore di molto rispetto al portoghese.
La causa è sempre la stessa: i vari manager dei calciatori, che hanno carta bianca, decidono di creare delle società con sede in alcuni paradisi fiscali, tra i quali spiccano le Isole Vergini e Panama, per nascondere così i profitti generati dai diritti d’immagine, che nei casi delle superstar del calcio a volte sono più redditizie dello stipendio in sé. In questo contesto le figure di Jorge Mendes, agente di Ronaldo, e di Jorge Messi, padre e manager dell’argentino, sono quelle dei principali responsabili. Sicuramente i calciatori, che sono pagati per giocare a pallone e danno lavoro a professionisti affinché si occupino della loro attività commerciale, non conosco le dinamiche fiscali, eppure un minimo di responsabilità ce l’hanno nel momento in cui firmano i contratti che li riguardano.
Per adesso l’unica reazione di CR7 di cui si è avuta notizia è stato il desiderio del portoghese di cambiare squadra la prossima stagione. Cristiano Ronaldo è in ritiro in Russia con la propria nazionale, una delle favorite secondo le quote stilate dai bookemakers di scommesse sul calcio di 888Sport, e sta preparando l’esordio nel torneo proprio contro i padroni di casa. Bisognerà attendere dunque ancora qualche ora per capire se tutte le polemiche hanno lasciato strascichi suo suo rendimento.
NUMEROSI I CASI, SOPRATTUTTO IN SPAGNA
Il più antico caso è quello di Luis Figo, ex calciatore portoghese che militò anche nell’Inter alla fine della carriera. Nel periodo tra il 1997 e il 1999, Figo aveva evaso le tasse sui diritti di immagine e fu costretto successivamente a pagare una multa di 2,45 milioni di euro. Tutto ciò, però, solo nel 2012, quando la Corte Superiore spagnola respinse il suo ricordo. Dopo di lui ci fu Samuel Eto’o, un calciatore che non ha mai nascosto la sua brama di guadagni ad oltranza e che solo per denaro andò a giocare nell’Anzhi russo, una squadra senza né blasone né militante in un torneo di spessore. Il camerunense evase il fisco dal 2006 al 2009 e addirittura pare avesse creato delle società per sfuggire all’Irpef sui suoi contratti con la Puma. Ancora senza conferma di colpa, rischierebbe per ora 10 anni di carcere e 14 milioni di euro di multa per frode fiscale.
L’ultimo da segnalare è il caso Neymar: secondo il fisco spagnolo il brasiliano avrebbe dirottato dei guadagni personali a tre società intestate al padre dal 2012 al 2014 e nel marzo 2016 è stato condannato a una multa di 15 milioni. Ma fino ad ora del pagamento non ci sono state controprove. Almeno in questo ambito, Cristiano Ronaldo non si sentirà poi così solo.