di PASQUALE DI BELLO
Ospedale Cardarelli nel caos questa mattina per un improvviso black-out le cui cause sono ancora da accertare. L’episodio si è verificato intorno alle 10:30 ed ha riguardato la prima ala della struttura, quella più vecchia del nosocomio campobassano. A rimanere al buio – da quanto si è saputo – sono state le sale operatorie, il centro trasfusionale, il reparto dialisi e la rianimazione, blocchi tutti di primaria e vitale importanza. Altri disservizi si sono verificati anche nella seconda ala della struttura, quella di costruzione più recente, dove fortunatamente i generatori di corrente alternativi si sono messi in funzione. La stessa cosa non è avvenuta nel primo blocco, o almeno non è avvenuta immediatamente. Secondo alcune testimonianze l’interruzione si sarebbe protratta addirittura per circa venti minuti. Immaginabile il caos che ne è conseguito e che riapre ancora una volta una vecchia ferita: quella delle condizioni dell’Ospedale di Campobasso, ormai retrocesso a mero accessorio di un sistema sanitario rivoluzionato in favore dei privati. Le dichiarazione del mondo politico risultano soltanto declamatorie, un bla bla bla fastidioso che quando si tratta di intervenire sul piano concreto si trasforma in balbettii e sbadigli che tradiscono l’indifferenza di chi dovrebbe mettere in sicurezza l’ospedale pubblico e invece preferisce giocare a Monopoli con quelli privati. Tanto per restare in argomento, nessuno a tra i viventi e, a questo punto, nemmeno tra i trapassati che di regola vedono le cose sconosciute agli altri, conosce il contenuto del protocollo di intesa predisposto dal commissario ad acta Frattura relativamente all’integrazione tra lo stesso Cardarelli e la Cattolica. Al momento di ufficiale non vi è nulla e l’atto concordato con i vertici della struttura privata è chiuso in un cassetto del Tavolo tecnico romano. In attesa di saperne di più ci auguriamo che Frattura, oltre ad aumentare di fatto il fatturato dei privati, si preoccupi anche del pubblico. Quel tanto che basta a dotare gli ospedali di impianti efficienti e risorse per la manutenzione capaci di garantire continuità anche in presenza di un black-out. Le cause del buio al Cardarelli sono al momento ignote, ma se in Molise mancano i soldi per i pannoloni e per le lampadine c’è da stare poco tranquilli. Un black-out in un ospedale è una cosa serissima e dalle conseguenze imprevedibili. Se a casa si blocca il frigo, alle brutte si scongela il merluzzo. Se in sala operatoria va via e non torna la luce, la luce per qualcuno potrebbe anche non tornare mai più.
