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giovedì, Aprile 25, 2024

Carrese 2017, a San Martino in Pensilis vince il Popolo

AperturaCarrese 2017, a San Martino in Pensilis vince il Popolo

di PASQUALE DI BELLO

Per la cronaca la Carrese di San Martino in Pensilis è stata vinta dal Carro dei Giovanotti. Piazzato quello dei Giovani e terzo classificato quello dei Giovanissimi. Per la Storia, invece, la vittoria è andata al Popolo. Scritto con la maiuscola per la prova di civiltà e dignità che ha saputo dare davanti  al muro ottuso e miope eretto a sbarramento da coloro che non hanno ancora compreso la distinzione che passa tra il reato di maltrattamento agli animali e una manifestazione millenaria che rappresenta l’apoteosi dell’amore dell’uomo per gli animali. Una sintesi perfetta, quella della Carrese, dove si intrecciano l’ordine stabilito dal Creatore (chiunque esso sia) in Natura, la dimensione religiosa e spirituale, la radice comune di un popolo che condivide Storia, Memoria, Tradizione. Identità, in una parola. L’ennesima e maiuscola prova di civiltà e dignità fornita dal Popolo di San Martino in Pensilis significa una sola cosa: la Carrese, come giusto e scontato che sia, può adeguarsi alle mutate sensibilità tradotte dal legislatore in norme a tutela del benessere animale; può fare questo, ma non può essere cancellata dall’ottusità di chi non riesce a distinguere la differenza tra la barbarie di chi mozza a bastonate la testa ai galli e chi perpetra da mille anni un rito rispetto al quale gli animali non rappresentano l’oggetto di un divertimento sadico e privo di ragione ma la parte integrale, consustanziale, di una Tradizione che tale è se sussiste la simbiosi tra uomo e animale. Altrimenti non è. Questa simbiosi è quello che sfugge alla camarilla degli ottusi, a coloro che sgranano gli occhi il 30 di aprile e li serrano per il resto dell’anno. La Carrese non dura un giorno, ma dura un anno. I colori che si sfoggiano il 30 aprile, il giallorosso, il biancoceleste, il gialloverde, non sono il costume di gente bizzarra che si traveste un giorno all’anno fuori dal tempo del Carnevale ma rappresentano le tinte di poste sull’anima di un popolo, il vestito spirituale che soltanto l’ottusità travestita da fanatismo non riesce a vedere e che, peggio, pretende di stracciare.

San Martino ha dato un segnale, come lo daranno senza dubbio le Carresi di Ururi e Portocannone che da qui a breve si celebreranno. Adesso toccherà ad altri raccoglierlo questo segnale. Tra meno di un anno si vota, per il rinnovo della Regione e del Parlamento nazionale. La messa in sicurezza delle Carresi passa attraverso una specifica normativa che le sottragga questa Tradizione alla generica normativa sul benessere animale e ne faccia un patrimonio nazionale da conservare e tutelare. Una Nazione e una Regione degne di questo nome porrebbero in campo azioni a sostegno (legislativo ed economico) della Tradizione e non un silenzio imbarazzante che puzza di omertà.

Il Popolo delle Carresi non maltratta gli animali. Ora bisogna fare in modo che nessuno maltratti il Popolo delle Carresi e il suo benessere spirituale, religioso, identitario. In Italia, oltre alle Carresi, ci sono altre decine, se non centinaia di manifestazioni che rischiamo di estinguersi per colpa di una classe politica da un lato ottusa, dall’altro miope se non fanatica.

L’edizione 2017 della Carrese di San Martino in Pensilis resterà nella Storia perché il Popolo ha dimostrato di esistere, forte e dignitoso. Adesso aspettiamo che sappiano fare altrettanto coloro che il Popolo, compreso quello delle Carresi, intendono rappresentare.

 

Poscritto. Un plauso va fatto per la serietà, la determinazione e la capacità al sindaco di San Martino in Pensilis, Massimo Caravatta, e ai pochi che gli sono stati vicini in un passaggio drammatico per la vita della Comunità

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