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giovedì, Marzo 28, 2024

Stefano Testa: quale futuro per il centro storico di Isernia?

AttualitàStefano Testa: quale futuro per il centro storico di Isernia?

di STEFANO TESTA

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: dice un adagio popolare; ebbene mai come in questo caso tale massima sancisce la verità dei fatti. Quasi a scadenza fissa, con una sistematicità cronometrica, si riapre il dibattito sul degrado socioeconomico in cui versa il Centro Storico di Isernia che coinvolge drammaticamente sia gli abitanti che gli operatori economici (commerciati, artigiani, professionisti, attività di servizio, ecc.) che stoicamente resistono con grande spirito di sacrificio. C’è una tendenza ad abbandonare case ed attività per trasferirsi in quartieri più serviti e meno conflittuali, comunque, più ambiti ai fini delle attività economiche e del vivere civile; e perfino gli storici mercati del giovedì e del sabato stanno finendo per perdere il loro ruolo autentico di centro di interesse dell’intero hinterland isernino. Ed in tutta questa problematica che sta trasformando il nostro amato Centro Storico in una “casbah” da evitare, da non frequentare fino ad ora il comune non è stato in grado di metter in campo iniziative o idee, per invertire questa tendenza, dimostrando concretamente che si adotta la politica del “panta rei” come strategia generale. Ad ogni buon conto, tutta questa premessa è il presupposto logico per far arrivare ancora una volta all’ Amministrazione comunale, il grido di dolore di tutti coloro che ambiscono a rimanere cittadini di Isernia, che sia da sprone affinché si attuino tutte quelle proposte operative esplicitate in campagna elettorale che potrebbero dare un enorme respiro al Centro Storico. Ebbene, alla luce del fatto che nell’ultimo consiglio comunale è stata anche approvata la mozione presentata dal consigliere Mancini per chiedere alla Regione il restauro completo di palazzo Jadopi, l’ Amministrazione dimostri di essere capace di portare avanti questa richiesta con la forza di una battaglia per far si che il nostro capoluogo ottenga almeno in questo caso dalla “Regione Piovra” (come la chiamava un illustre cittadino di Isernia) la fine dei lavori che creano non pochi problemi anche all’igiene ed alla sicurezza pubblica. Palazzo Jadopi ha sempre rappresentato per gli isernini un importante punto di riferimento cittadino, una emergenza storico-architettonica di cui essere fieri. Ebbene, da quando la Regione Molise ne è diventata proprietaria, tale struttura è diventata sinonimo di degrado, di abbandono, di cattiva amministrazione, di sperpero di danaro pubblico. Non conosco bene le cifre che negli ultimi dieci anni la regione ha impegnato per l’acquisto dell’intero stabile e per i lavori di ristrutturazione che sono solo iniziati e, senza nessuna motivazione logica, mai terminati lasciando il cantiere in uno stato di pericoloso abbandono: si vedono a vista d’occhio ratti, animali striscianti, animali di non facile identificazione ed il tutto avviene nel pieno Centro Storico di Isernia. Palazzo Jadopi potrebbe, come da molti auspicato, essere la sede naturale di un corso universitario dove vi sarebbero gli spazi sia per le attività amministrative che per la frequentazione delle lezioni che potrebbero portare linfa vitale all’intero Centro Storico e determinarne il suo rilancio. In questo modo molti studenti tornerebbero ad abitare, molte attività di servizio e commerciali ritroverebbero una motivazione valida per la loro presenza e, comunque, Palazzo Jadopi tornerebbe a svolgere quel ruolo di “alta rappresentanza” che gli è proprio. Tutto questo però passa attraverso una forte azione che deve svolgere l’amministrazione comunale, con il Sindaco in testa, essendone stata delegata dall’intero consiglio comunale al di là delle differenze politiche. Si tratta di sensibilizzare la Regione verso questo suo scandalo che, a mio parere, già dovrebbe aver interessato la magistratura sia quella ordinaria che quella contabile. Si tratta di fatti che vanno catalogati sicuramente come “danno erariale” perché si ha un patrimonio immobiliare senza avere le idee chiare su quello che ci si vuole fare e che quindi non solo non viene utilizzato ma è soggetto ad un ininterrotto deterioramento. Questa mia nota è un appello al Sindaco e all’amministrazione tutta affinché la questione non vada nel dimenticatoio come anche la delega conferita dal Consiglio Comunale e nell’affrontare questo esempio di “cattiva amministrazione” si risolva anche l’aspirazione di rivedere l’ università nel Centro Storico.

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