E’ uno dei pensatori contemporanei più apprezzati a livello mondiale. Filosofo, ma anche antropologo, sociologo, una mente poliedrica. Umberto Galimberti, ha inaugurato, al teatro Savoia di Campobasso, Poietika, rassegna internazionale, alla terza edizione, organizzata dalla Fondazione Molise Cultura e ideata dal poeta Valentino Campo. Argomento di quest’anno “la parola e la terra”.
A dialogare con Galimberti, in un Teatro Savoia gremito, con tanti giovani anche, la docente di storia e filosofia Adele Fraracci.
‘’La potenza della parola filosofica è autonoma dalla parola del potere – ha detto Fraracci, ottima e precisa nei suoi interventi – perché sin dalla sua genesi è radicata alla terra e alla propria autonomia da dogmi e servitù’’’. E Infatti il discorso di Galimberti è stato forte, dirompente in provocazioni, arrivando dritto alla testa e al cuore su tematiche nevralgiche e attuali.
Il predominio del corpo, il dilagare del nichilismo, il tramonto dell’occidente , la soggezione alla tecnica , la sparizione del sacro sono le grandi questioni della sua speculazione filosofica, affrontate e declinate anche in chiave anche ironica, a tratti sarcastica.
Intensa la lezione della ‘filosofia del limite’ dell’antica Grecia, in cui l’uomo è inscritto nella natura, accattivante la riflessione sull’idea di dominio dell’uomo sulla Natura ingenerato dalla cultura giudaico-cristiana, centrale e desolata quella sulla cultura attuale: l’uomo ormai sotto il dominio del denaro e della tecnica. “La tecnica che non ama il linguaggio ridondante e bada ai risultati – sostiene Galimberti – sembra schiacciare i lavoratori a funzionari di apparati”.
E la politica assieme alla burocrazia apicale è’ sottomessa al punto da schiacciare se stessa in comparsate televisive autoreferenziali. il filosofo, alla fine, si è rivolto ai giovani, individuando quell’ospite inquietante che alberga nel loro io: il nichilismo, altro tema centrale della sua ricerca. L’assenza di scopo e di risposte ai loro perché, purtroppo, imposte da un mondo adulto responsabile, appunto, della loro emarginazione, ha reso particolarmente potente l’incontro.
La potenza della parola filosofica è autonoma dalla parola del potere, ormai schiacciata dalla tecnica e dalla autoreferenziale vanità.
Tanti i temi affrontati, tante le riflessioni, per una serata dal sapore pieno, intenso. Parole, quelle di Galimberti accompagnate da quelle di Adele Fraracci, che sono state vitamine per la mente dei presenti.