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venerdì, Aprile 19, 2024

Legge elettorale regionale, promesse al vento

AperturaLegge elettorale regionale, promesse al vento

leggeNuova legge elettorale regionale, per ora solo promesse al vento, se ne continua solo a discutere, ma senza troppa convinzione. Il prezzo da pagare, in tutti gli schieramenti, appare decisamente molto alto, per cui c’è la sensazione diffusa che, alla fine, si tornerà a votare con l’attuale sistema elettorale, ovvero il cosiddetto Tatarellum, in vigore dal ’95, che prevede il turno unico e l’elezione col proporzionale dell’80% dei consiglieri, sedici, e del restante 20%, quattro, con il listino maggioritario del presidente che vince. Un sistema che, con la riduzione da trenta a venti dei consiglieri regionali, decisa con legge nazionale nel 2011, ha comportato un grave squilibrio territoriale della rappresentanza, a danno della provincia di Isernia che, dopo 40 anni di autonomia regionale, ha visto scendere la sua delegazione dai sei­sette abituali consiglieri agli attuali due, non contando il terzo, Iorio, che è entrato come il più votato tra i candidati presidenti sconfitti. Tutti, a parole, dicono di voler eliminare questa evidente anomalia, tornando ad una rappresentanza più equilibrata e matematicamente giusta, che potrebbe essere quella di due terzi di consiglieri per la provincia di Campobasso e un terzo per quella di Isernia, ma nessuno si muove. C’è anche un’altra ipotesi, abbastanza gradita a tutti gli schieramenti, quella del collegio unico regionale, che eliminerebbe tutti gli squilibri provocati dai due collegi, che nel 2013 hanno visto eleggere, per lo stesso partito, consiglieri regionali di Campobasso con meno voti dei loro colleghi di Isernia. Quindi il collegio unico potrebbe essere una base di partenza abbastanza condivisa, così come l’abolizione del listino maggioritario. Ma dove casca l’asino è sull’abolizione del voto disgiunto. Qui lo scontro è fortissimo, perchè i fautori dell’abolizione del voto disgiunto in un certo senso forzerebbero la scelta dell’elettore, costringendolo a votare per un presidente che potrebbero anche non gradire. Attualmente si può votare per consiglieri e presidenti di schieramenti diversi tra loro. Altra cosa che attualmente manca è la preferenza di genere, ovvero, nel caso di doppia preferenza su consiglieri della stessa lista, bisognerebbe stabilire che non può essere data a candidati di identico sesso. Ricapitolando: su tre dei quattro punti: collegio unico, abolizione del listino e preferenza di genere, l’accordo sostanzialmente c’è già in tutti i partiti. Hanno fatto già sentire la loro voce Vincenzo Niro e Vincenzo Cotugno. Il primo propende per il collegio unico regionale, il secondo per il mantenimento dei due collegi provinciali, ma con adeguati correttivi per la tutela della provincia di Isernia. Poi c’è la proposta di Massimiliano Scarabeo, Nunzia Lattanzio e Francesco Totaro. «È una proposta di Legge articolata – afferma Scarabeo – e ciò che va posto in evidenza è la soglia di sbarramento per le coalizioni che abbiano ottenuto meno del 5% dei voti». Ma sarà la nuova geografia dei collegi elettorali a rendere tale proposta piuttosto interessante, variando i rapporti finora in vigore, dividendo il territorio in tre collegi: Campobasso e Termoli, a cui spetterebbero sette consiglieri e Isernia, a cui ne spetterebbero sei, naturalmente con la garanzia della rappresentanza di genere in ogni lista collegiale. Altre novità: la clausola di sbarramento per consiglieri e presidente dopo due mandati consecutivi; il mantenimento del voto disgiunto, tra consigliere e presidente, e il ballottaggio tra i due migliori candidati presidente, se nessuno tra loro avesse raggiunto il 40% dei consensi al primo turno.

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