Si spostano o, meglio, tornano in Molise le indagini legate ai due bojanesi arrestati a Lecco mentre stavano preparando un cittadino ucraino a sostenere l’esame per la patente di guida, suggerendo le risposte tramite auricolari e trasmittenti. Questo episodio – che ricalca quello scoperto dalla Polizia stradale alla motorizzazione di Isernia nel 2012 – appare in un certo senso marginale rispetto a quanto emerso dalle perquisizioni effettuate a Bojano dagli agenti della stradale di Isernia e Campobasso. I primi risultati che emergono dai documenti sequestrati nella stamperia clandestina, tuttora sotto la lente degli investigatori e della magistratura di Campobasso, aprono nuovi scenari: patenti, carte d’identità e altri documenti rinvenuti – molti dei quali in bianco e dunque solo da compilare – almeno potenzialmente potevano essere usati da chiunque e per qualunque motivo. Ad esempio per dare un’identità agli immigrati arrivati clandestinamente in Italia, oppure per permettere loro di andare all’estero, visto che quei documenti sono validi per l’espatrio e riconosciuti in tutta l’Unione europea. Ma in teoria potevano essere utilizzati anche per coprire latitanti o comunque per compiere operazioni illegali. Il giro di documenti ricettati e poi falsificati (oppure creati da zero) potrebbe dunque abbracciare l’intero territorio nazionale. Certo è che il materiale sequestrato era tutto di prim’ordine: i documenti erano praticamente identici agli originali, fatti talmente bene che avrebbero potuto ingannare chiunque. Merito dei macchinari e degli strumenti informatici di ultima generazione posti sotto sequestro nel laboratorio tecnologico scoperto a Bojano. Ciò lascia ipotizzare un giro d’affari consistente. Durante le perquisizioni effettuate tra Lombardia e Molise complessivamente sarebbero stati sequestrati circa 20mila euro.
Stamperia clandestina, nuovi scenari dopo i sequestri effettuati a Bojano
