di ANNA MARIA DI MATTEO
«Se non ci sarà nei prossimi giorni un provvedimento amministrativo adottato e immediatamente efficace in controtendenza ai decreti commissariali non serviranno rassicurazioni né dichiarazioni verbali, o a mezzo stampa, perché chiunque legge i dati capisce immediatamente che nessuna altra soluzione è compatibile con la sopravvivenza della Fondazione”. La Cattolica lancia l’ultimatum alla Regione, al commissario ad acta Paolo Frattura, affinché torni sui propri passi e revochi il decreto con il quale la struttura commissariale ha tagliato di due milioni e 600 mila euro il budget per il 2016. Un taglio drastico, pesante che, fanno sapere dalla Fondazione Giovanni Paolo II non consentirebbe alla struttura di andare avanti. Dunque lo spettro della chiusura sembra essere davvero dietro l’angolo. Per i vertici della Cattolica, nel corso del 2015 l’annunciata spending review non è stata attuata, ad eccezione per la struttura di contrada Tappino. Ed è grave ed inspiegabile – dicono i vertici del centro di alta specializzazione – che i tagli siano stati fatti mentre le parti, Regione e Fondazione, discutevano della integrazione tra l’ospedale Cardarelli e la struttura sanitaria convenzionata”. In effetti il commissario Frattura aveva sostenuto con forza questo nuovo percorso, trovando anche la condivisione dei parlamentari del Pd, Leva e Ruta. Poi, sull’iniziativa è calato il silenzio, mentre la struttura commissariale adottava il decreto col quale stabiliva il budget per il 2016.
Secondo i responsabili della Fondazione Giovanni Paolo II, i numeri parlano chiaro: «Sono inesorabili, scritti, decretati con spietata regressione, con accanimento scientifico – accusano – ma nonostante ciò rimane ancora un po’ di tempo, pochissimo per la verità, per provare a ritornare ai tempi del dialogo, magari serrato, in cui qualcuno sperava di portare a termine l’integrazione. Se da parte della Regione ci fosse ancora la volontà di una inversione di tendenza – affermano dalla Cattolica – si potrebbero, prima della fine dell’anno, reperire quelle risorse necessarie a non morire, a continuare nella difficile integrazione pubblico-privato che rappresenta la salvezza di tutto il sistema sanitario regionale. Quella integrazione – proseguono dalla Fondazione Giovanni Paolo II che noi vogliamo ancora perseguire, come azienda sanitaria sana e capace di garantire servizi di qualità e di eccellenza, con l’unico vincolo dell’equilibrio pluriennale di bilancio al quale si può arrivare solo in seguito a manovre diverse da quelle storicamente portate avanti di anno in anno, fino ad oggi».
Una denuncia forte, ma al tempo stesso l’appello alla Regione e ripensarci, prima che sia troppo tardi.
Un allarme raccolto dal consigliere comunale di Campobasso Tramontano che sulla vicenda ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale monotematico, mentre Movimento ‘Cittadini per la sanità di qualità’ ha organizzato un incontro pubblico per il 15 dicembre a sostegno della Cattolica e più in generale di un servizio sanitario regionale efficiente in grado di dare risposte concrete alla collettività.