«Degrado del suolo, vulnerabilità e monitoraggio: l’analisi del territorio italiano», è stato questo il tema del workshop che si è tenuto all’Università degli Studi del Molise, organizzato nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale sul degrado delle terre.
In Italia il degrado delle terre è un problema reale. Alcune regioni più di altre sono colpite da questo fenomeno. In particolare Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia dove, oltre ai problemi causati da eventi climatici, le attività poco sostenibili per l’ambiente messe in campo dall’uomo provocano danni all’agricoltura e agli ecosistemi naturali.
Sessanta studiosi hanno partecipato ad una conferenza web, connessi, con quelli presenti all’Unimol, scienziati dalla Cina, Croazia, Slovacchia e non solo.
Il workshop è stato suddiviso in due parti. La prima ha affrontato argomenti come la lotta alla desertificazione, difendere e valorizzare il territorio, come ridurre il degrado del suolo e i rischi legati ai cambiamenti climatici.
Poi, il professor Claudio Colombo ha spiegato da un punto di vista scientifico cosa si intende per «degradazione del paesaggio» e quali le principali cause.
Tanti interventi importanti nel corso della conferenza per approfondire una problematica che riguarda circa il 25% del territorio nazionale.
È stata posta anche l’attenzione sulle aree interne e ancora Colombo ha rimarcato come «Il Molise, in particolare, dovrà difendersi da fenomeni naturali legati al dissesto idrogeologico, fenomeni che nella maggior parte dei casi sono prevedibili o addirittura causati dallo stesso intervento umano».
Insomma una giornata di confronto, un motivo di vanto per la nostra università che ancora una volta si è resa protagonista a livello internazionale.
pt