Un sì per cambiare l’Italia, per renderla più veloce e più giusta. La deputata del Pd Laura Venittelli che nelle ultime settimane ha girato in lungo e il largo il Molise per spiegare le ragioni del sì al Referendum del 4 dicembre ha voluto lanciare un ultimo appello al voto, chiarendo alcune parti della Riforma e facendo chiarezza su quelle che ha definito falsità che arrivano dal fronte del No. Cavallo di battaglia è l’abolizione del senato con i suoi 315 senatori che vuol dire non solo un taglio netto dei costi, ma anche uno snellimento delle Istituzioni, con una accelerata alle leggi che invece ora devono passare per le due camere. Due gli esempi concreti, il patto per il Matese recentemente firmato non è ancora legge perchè deve andare alla Camera e anche il reato di diffamazione sul web sono tre anni che se ne discute e intanto le vittime non possono chiedere la rimozione dei contenuti diffamatori all’autorità giudiziaria. All’interno della Riforma anche l’obbligo di portare al vaglio della Corte Costituzionale qualsiasi proposta di legge elettorale, cosa che oggi non avviene e che per esempio ha fatto dichiarare incostituzionale solo dopo 14 anni il Porcellum. I politici poi che ad esempio portano gli enti al dissesto finanziario non si potranno più candidare. La Venittelli ha poi spiegato che la prima parte della Costituzione non verrà toccata anzi verra rinforzata. E’ la seconda parte invece quella relativa alle istituzioni che è stata revisionata e che “bisogna approvare per cambiare il Paese” ha detto.