Si è concluso, con l’assoluzione con formula piena, il processo che vedeva imputato l’avvocato Angelo Piunno dei reati di riciclaggio e falso a suo carico nell’ambito del procedimento 1414/2012 noto come “Sistema Iorio”. L’avvocato Erminio Roberto, difensore di fiducia di Angelo Piunno, ha smontato l’intero impianto accusatorio che era stato costruito dalla Squadra Mobile di Campobasso nel 2012 ed era stato poi recepito dalla Procura che aveva chiesto il rinvio a giudizio.
L’avvocato Piunno, certo della sua totale estraneità ai fatti che gli erano stati contestati (fatti per la verità apparsi gonfiati e inconcludenti sin dall’inizio a molti addetti ai lavori) ha scelto il rito abbreviato che questa mattina è giunto a conclusione. Dopo la lunga e accurata difesa dell’avvocato Erminio Roberto, è stato infatti lo stesso D’Alterio (dettaglio singolare ma non di poco conto) a chiedere l’assoluzione dell’imputato, seppure con formula dubitativa. Il Gup, Teresina Pepe, come si è detto, ha invece assolto l’avvocato Angelo Piunno con formula piena perché i fatti non sussistono. L’avvocato Roberto aveva criticato pesantemente l’intera indagine 1414, nell’ambito della quale difende diversi imputati, un’indagine che ha definito “piena di punti oscuri”, che se fossero stati accertati prima avrebbero comportato sicuramente l’archiviazione di molte posizioni tra le quali proprio quella dell’avvocato Piunno. Il giudice gli ha dato ragione. Comincia a sgretolarsi dunque l’impianto accusatorio costruito dalla Procura di Campobasso in relazione al cosiddetto “Sistema Iorio”, un sistema, secondo gli inquirenti, che avrebbe teso in vari modi a favorire un ritorno elettorale dell’ex presidente delle Regione, Michele Iorio, in cambio di presunti favori tra i quali quello della propaganda politica televisiva. La crepa aperta da questo procedimento giunto a conclusione, potrebbe essere infatti considerata un segnale importante rispetto all’intero processo cosiddetto “Sistema Iorio”, un processo carico di dubbi e perplessità a partire dalla formulazione di alcuni reati come quello nuovo di zecca della corruzione per mezzo della linea editoriale contestato dalla Squadra Mobile di Campobasso per finire proprio sulle ipotesi di riciclaggio e ricettazione formulate all’avvocato Piunno sul nulla e che sono finite, appunto, con un nulla di fatto. 2Resta l’amarezza, per coloro che restano imbrigliati in ingranaggi giudiziari assurdi, di aver vissuto 4 anni di sofferenze familiari e professionali e 4 anni di massacro mediatico ingiusto.