Il piazzale dello Zuccherificio del Molise è ormai diventato come una seconda casa. Quella di una protesta che vuole tenere accesi i riflettori su una fabbrica che negli anni ha fatto la storia del territorio e che oggi non vede prospettive se non quella della mobilità e di capire se qualcuno prima o poi deciderà di comprare l’impianto. 
Con grande dignità e coraggio i lavoratori dello zuccherificio continuano a presidiare l’ingresso dello stabilimento in attesa di conoscere un futuro ancora avvolto dall’incertezza, dalle promesse e dal peso di due fallimenti.
Ferie che all’orizzonte intravedono la messa in mobilità in base alle procedure possibili e le richieste presentate e ribadite dai sindacati nazionali e locali a tutte le istituzioni.
Dopo il Consiglio regionale che ha approvato un ordine del giorno resta l’impego di individuare possibili strade per favorire la ricollocazione, tra cui una sorta di corsi di formazione retribuiti e un incremento alla mobilità.
I lavoratori hanno incontrato il governatore Frattura e gli assessori Facciolla e Veneziale e il riconoscimento dell’area di crisi semplice ha aperto un altro spiraglio ma tutto resta solo una possibilità. Manca una misura concreta e stabilita al cento per cento.
”Resta l’incertezza ed è difficile ragionare quando in mano non hai niente di concreto” ha affermato Pierluigi Pannacchione, rsu della Uil che, come tutti, rinnova con forza l’appello: quello di trovare soluzioni urgenti e veloci.
”Non è facile mantenere questa situazione, chiediamo risposte, il nostro impegno – ha concluso – non è mai mancato ma quello che ci interessa è il lavoro, solo il lavoro”.
Zuccherificio, continua il presidio dei lavoratori. Resta l’incertezza in attesa della mobilità
