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mercoledì, Aprile 24, 2024

Zuccherificio e crisi industriali. Chiuso per lutto il Consiglio regionale

AperturaZuccherificio e crisi industriali. Chiuso per lutto il Consiglio regionale

zuccherificiodi PASQUALE DI BELLO

Ad ogni seduta del Consiglio regionale, corrisponde ormai la protesta di lavoratori provenienti da aziende in crisi. L’ultima in ordine temporale è stata quella delle maestranze dello Zuccherificio del Molise. L’assise legislativa è ormai  ridotta a metaforica camera mortuaria dove si assiste di volta in volta al funerale di imprese e aziende. A fiumi di parole, nella sostanza corrispondono fatti pari a zero.

In un’atmosfera lugubre e preoccupante si è riunito il Consiglio regionale del Molise. All’ordine del giorno un solo punto: la crisi dello Zuccherifico. Dopo 13 aste andate deserte e dopo 23 giorni di presidio da parte dei 72 lavoratori ormai sull’orlo della mobilità e della successiva e probabile disoccupazione, la massima assise regionale ha dedicato un seduta monotematica all’ennesima crisi industriale che va ad unirsi alle altre che affliggono il Molise. Ormai più che un’aula, quella del Consiglio regionale è diventata una camera mortuaria dove di volta in volta si alternano i congiunti del defunto di turno; oltre ai lavoratori dello Zuccherificio, fuori dall’assise stazionavano i lavoratori cantonieri della provincia di Isernia e quelli della Gam. Dentro, per l’ennesima volta, si è svolta la più classica passerella di belle parole accompagnate da pochi fatti. I lavoratori si sono dichiarati pronti ad ulteriori ed eclatanti azioni di protesta qualora non venga individuato un percorso di ricollocazione. La stessa preoccupazione è stata espressa dal sindacato, mentre da parte del Governo regionale, per bocca dell’assessore alle attività produttive, Carlo Veneziale, uno spiraglio potrebbe aprirsi dall’avvenuto riconoscimento di area di crisi non complessa del sito industriale di Termoli. Hanno parlato alla fine un po’ tutti, e tutti hanno detto le stesse cose: da destra a sinistra passando per i 5 Stelle.

A chiudere il dibattito è stato il presidente Frattura che in buona sostanza ha preso tempo. Ha chiesto all’aula una settimana per la predisposizione di un provvedimento che possa attivare un percorso di formazione dei lavoratori e, successivamente, una loro eventuale ricollocazione. Dopo 13 aste deserte, 23 giorni di presidio e 72 lavoratori e famiglie sull’orlo del baratro, alla Regione Molise occorre un’altra settimana per trovare una via d’uscita. Ma anche questo è uno schema classico, che fa il paio con le belle parole senza sostanza: quando non si sanno che pesci prendere, si finisce per prendere e perdere tempo. Le settimane passano, e il Molise continua a morire e, mentre il Molise muore, la discussione in aula (tra le altre cose) è finita con un generico impegno ad attivare tutte misure necessarie per scongiurare quello che, purtroppo, appare un disastro annunciato da tempo.

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