Non è compito dei giornalisti dare spettacolo. I media devono solo raccontare ciò che è accaduto. Ma soprattutto dovrebbero tenere sempre accesi i riflettori nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi. Per far sì che non vengano commessi sempre gli stessi errori, per fare in modo che la lezione sia davvero d’insegnamento per tutti. Questo in sintesi il messaggio lanciato durante il convegno organizzato a Isernia in ricordo di Francesco Casale, giornalista scomparso prematuramente tre anni. “Il terremoto raccontato dai media, il ruolo dell’informazione nella tragedia”, il tema scelto per l’incontro. Tra i relatori, Giustino Parisse, caporedattore del Centro. Il sisma dell’Aquila l’ha segnato profondamente. Ha perso la sua famiglia, ma ha scelto di continuare a portare avanti la sua missione. Tracciare un confine netto tra il diritto di cronaca e il rispetto di chi è stato travolto da una tragedia non è semplice. Al tempo stesso sarebbe opportuno evitare certe spettacolarizzazioni e tornare all’essenza della professione giornalistica: dare la notizia, raccontare ciò che sta avvenendo, ha detto il giornalista dell’Ansa Luca Prosperi. La scelta del tema dell’iniziativa non è stata casuale. È trascorso un mese dal sisma che, il 24 agosto, ha messo in ginocchio il centro Italia e, nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, non sono mancati attacchi nei confronti della stampa, accusata di fare ‘sciacallaggio’ tra le macerie. I due giornalisti hanno dato una chiave di lettura interessante sul modo opportuno di informare. Parisse e Prosperi si sono occupati «sul campo» dei terremoti di San Giuliano di Puglia, de L’Aquila e di Amatrice. I lavori sono stati moderati dai colleghi Valentina Ciarlante, presidente dell’associazione Casale, ed Enzo Luongo (Ansa).
Isernia. Il ruolo dell’informazione durante il terremoto, confronto in ricordo del collega Francesco Casale
