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giovedì, Aprile 18, 2024

Eolico selvaggio. Iniziati lavori per un impianto al confine con il Molise

#trivellazioniEolico selvaggio. Iniziati lavori per un impianto al confine con il Molise

 

di Piacentino Salati

Adesso non si tratta più di un rischio ma di dura e cruda realtà. In territorio campano, ma a poche centinaia di metri dal confine molisano, è iniziata la realizzazione di un parco eolico che sorgerà ad immediato ridosso del parco regionale del Matese, del sito archeologico di Saepinum – Altilia, del parco geopaleontologico di Pietraroja e della valle Tammaro.

Le popolazioni del Matese e dell’alto Tammaro hanno da tempo iniziato una battaglia a difesa del territorio. Recentemente è stato costituito anche un coordinamento per mettere in rete enti, associazioni e comitati che lottano per lo stesso risultato: impedire che il territorio venga trivellato a scopi di estrazione petrolifera e che sul territorio vengano installate pale eoliche in maniera illegittima.

Anche il vice presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, che ha partecipato alla cerimonia che ha sancito la nascita del coordinamento, ha offerto la propria assistenza legale, in modo gratuito.

Ma intanto il pericolo adesso è manifesto, dicono enti, associazioni e comitati contrari a quella che definiscono una devastazione del territorio. Alcune imprese hanno già iniziato gli scavi a poche centinaia di metri dal confine con il Molise, senza che alla conferenza di servizio che ha dato l’ok alle autorizzazioni siano stati convocati i rappresentati dei comuni molisani interessati e quelli della Direzione regionale del ministero dei beni culturali.

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La rete dei comitati di tutela ambientale chiede dunque alla Regione Molise (evidentemente distratta, nei fatti, su queste tematiche al di là dei comunicati stampa fiume di qualche consigliere regionale) iniziative urgenti e concrete a tutela del proprio territorio e del proprio patrimonio culturale, paesaggistico e storico – archeologico. Insomma si chiede di far rispettare le leggi e di impugnare i provvedimenti di autorizzazione adottati – sostiene la rete dei comitati di tutela ambientale – in maniera illegittima.

 

 

 

 

 

 

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