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domenica, Maggio 5, 2024

Operazione ‘Isola Felice’, Ferrazzo e i fratelli Marchese non rispondono al Gip. Ricorso al Riesame

AperturaOperazione 'Isola Felice', Ferrazzo e i fratelli Marchese non rispondono al Gip. Ricorso al Riesame

Secondo la Procura distrettuale antimafia de L’Aquila ci sono consistenti elementi per affemare l’esistenza di una associazione criminale di natIMG_6656ura ‘ndranghetista con base tra San Salvo, Campomarino e Termoli. Indagini sfociate nell’operazione ‘Isola Felice’ e in un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 25 persone per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, traffico di armi, estorsione, riciclaggio e altri reati a vario titolo con attività estese in altre regioni e fino all’America latina. Una realtà, stando alle contestazioni, operante sotto l’egida della famiglia Ferrazzo e composta sia da calabresi che da siciliani, insieme a esponenti locali che si sarebbero affiliati all’associazione ricostruita nel voluminoso fascicolo. Al Tribunale di Larino primi interrogatori di garanzia, per rogatoria, a carico di Felice Ferrazzo e dei fratelli Fabio e Mirko Marchese. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere perché – come sostenuto dagli avvocati difensori, Ruggiero Romanazzi e Giuseppe Di Carlo, le carte vanno approfondite per fare chiarezza sull’impianto accusatorio.
”Per il momento – ha affermato l’avvocato Romanazzi – stiamo focalizzando la nostra attenzione sulla richiesta di Riesame che abbiamo presentato questa mattina e che andremo a discutere al Tribunale della Libertà de L’Aquila. Non c’è attualità in queste misure cautelari nelle ragioni che giustificano questi arresti. Considerato che si tratta di reati ormai datati, come 2009 o 2010, oggi arrestare un soggetto sulla base di accuse che riguardano fatti appunto datati secondo noi manca l’attualità delle esigenze cautelari”.
I legali hanno chiesto al gip del Tribunale de L’Aquila una misura alternativa al carcere e hanno deciso di fare anche ricorso al Tribunale del Riesame in Abruzzo.
Così l’avvocato Di Carlo:  ”I fratelli sono incensurati, non hanno precedenti penali, non hanno mai vissuto una situazione di questo genere. Inizialmente hanno sofferto il trauma di essere coinvolti in un’inchiesdi micheleta che, tra l’altro, sta avendo un clamore mediatico importante. Sono consapevoli di quelli che sono i loro diritti, di quella che è la loro storia, chiaramente vanno approfonditi diversi aspetti. Sono fiduciosi del fatto che più in là nel processo, ma soprattutto nell’immediato riescano a tornare in libertà, hanno famiglia ci aspettiamo anche sensibilità per tutelare questa esigenza”. Nei prossimi giorni si conosceranno le decisioni del giudice.

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