A giudicare dall’attenzione del pubblico e dagli applausi scroscianti, l’esperimento è riuscito in pieno. Per una volta l’Eddie Lang ha messo da parte il jazz per dare spazio alla tradizione molisana o, meglio, al felice abbinamento tra gli strumenti popolari e quelli più nobili. Il gruppo Novamusa – guidato dal maestro Piero Ricci – ha letteralmente ipnotizzato le persone presenti nel salone del castello Pignatelli, proponendo una viaggio nella nostra storia e nel nostro patrimonio ambientale. Le note hanno evocato lo splendore delle Mainarde e del Matese; le lunghe marce lungo i tratturi, segnate dalla sofferenza per la partenza e dalla gioia del ritorno; il lavoro degli ultimi artigiani; l’estasi del vino autoctono Tintilia. Al termine del concerto, il festival jazz è rientrato nel solco vincente della sua tradizione, proponendo l’altrettanto apprezzato concerto del trio guidato da Gianluca Petrella. Con questo concerto è calato il sipario sugli appuntamenti di Monteroduni, ma non sull’Eddie Lang Jazz Festival. L’ultima serata di grande musica è in programma il 14 a sera a Campomarino, con il Luigi Nunziata Quartet e, a seguire, l’organ trio del chitarrista svedese Ulf Wakenius.
I Novamusa e la zampogna di Piero Ricci stregano il pubblico dell’Eddie Lang Jazz Festival
