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lunedì, Maggio 6, 2024

Venafro. Anziano avvelenato al Ss Rosario, l’Ipasvi all’attacco: controlli carenti negli ospedali

AttualitàVenafro. Anziano avvelenato al Ss Rosario, l'Ipasvi all'attacco: controlli carenti negli ospedali

ospedale venafro«Se si verificano certi eventi, significa che la catena dei controlli non ha funzionato». Ci va giù duro contro i vertici della sanità l’Ipasvi interprovinciale di Campobasso-Isernia, il collegio che raccoglie gli infermieri professionali e gli assistenti sanitari. Chiaro il riferimento ai fatti accaduti all’ospedale di Venafro, dove Celestino Valentino, il pensionato di 76 anni, originario della provincia di Caserta, sarebbe stato avvelenato con l’acido muriatico. Dopo giorni di silenzio l’organizzazione di categoria ha deciso di intervenire, proprio perché l’episodio riguarda due colleghi. Da un lato c’è la figlia della vittima, dall’altro l’indagata. Che avrebbe compiuto quel gesto per vendetta. Ma questa – è bene chiarire – è solo una delle ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti. La vicenda, infatti, presenta ancora dei lati oscuri che forse nemmeno i risultati dell’autopsia potranno chiarire. Ma per l’Ipasvi queste sono valutazioni che spettano alla magistratura. Per l’ente il punto è un altro. E cioè che gli infermieri – proprio per il delicato ruolo di assitenza che svolgono – non possono essere lasciati soli. «Ben vengano – è l’auspicio del presidente Mariacristina Magnocavallo – le telecamere, i registri e le ricette elettroniche anche negli ospedali; ben venga il controllo di chi entra e chi esce dalle strutture sanitarie e il controllo sulla salute psico-fisica degli oepratori, sottoposti a significativi carichi di stress non sopportabili da tutti allo stesso modo». Oltre a ricordare che la vicenda riguarda i singoli e non la categoria professionale e a rivendicare il senso di responsabilità e il forte radicamento deontologico degli infermieri, l’Ipasvi chiede «rapidità e rigore nelle indagini. E, se i fatti saranno accertati, una pena certa ed esemplare». In ogni caso, dopo gli opportuni accertamenti ed eventuali condanne, il collegio interprovinciale non esclude a sua volta misure disciplinari, compresa la radiazione.

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