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mercoledì, Aprile 24, 2024

Dopo-Ittierre, Missardi abbandona il Molise

AttualitàDopo-Ittierre, Missardi abbandona il Molise

missardiMassimo Calugi ha detto addio al Molise. L’amministratore della Missardi Spa, probabilmente a causa dei ritardi nell’attivazione dell’area di crisi, ha deciso così di bloccare l’iniziativa industriale che stava portando avanti nella zona di Miranda con il nome di Itr Moda. Si trattava di rioccupare una buona parte degli ex-lavoratori Ittierre, almeno quelli forniti delle professionalità più specifiche, ma è finito tutto in una bolla di sapone, con l’ennesima illusione che svanisce per la ripresa del distretto tessile isernino. La Missardi Spa ha così scelto di lasciare il Molise.  L’esperienza isernina di Calugi era partita giusto un anno fa, con la firma del contratto con la Calabrese Srl per il fitto dell’avveniristica struttura di 4.500 metri quadri, tutta coperta da pannelli solari e autosufficiente per questo dal punto di vista energetico. Il progetto di Calugi avrebbe dovuto portare all’iniziale assunzione di circa 50 dipendenti e alla produzione di capi d’abbigliamento finiti e pronti per essere immessi sul mercato. Di chi la responsabilità della rinuncia di Missardi? Nessuno lo dice apertamente, ma, carte alla mano, la Regione non ha ancora provveduto a ultimare l’iter per individuare i tremila lavoratori Gam, Ittierre, del settore metalmeccanico e dell’indotto da ricollocare. Ad affermarlo è sorprendentemente l’ex assessore regionale al lavoro, Petraroia, che sollecita la Regione ad attivarsi, in tempi stretti. “Ad oggi – afferma – non risultano ancora individuati i nominativi dei 3 mila lavoratori coinvolti e non si può procedere alla convocazione per acquisire la loro predisposizione alla ricollocazione lavorativa, all’autoimpiego o all’incentivo all’esodo, per il tramite di un finanziamento personalizzato non inferiore a 30 mila euro a testa, per un totale di 90 milioni di euro di incentivi da far inserire nell’Accordo di programma col Governo. Inoltre gli strumenti di politiche attive del lavoro sono privi di copertura economica nel Bilancio della Regione Molise e non raggiungono i 10 milioni complessivi nelle misure del Por-Fse 2014-2020 a valere per l’intero periodo di programmazione comunitaria e per tutto il territorio regionale”. Quel che desta perplessità è il fatto che Petraroia fino a qualche mese fa stava proprio nella stanza dei bottoni, era vicepresidente e assessore al lavoro e avrebbe potuto tranquillamente fare o avviare quello che ora accusa la Regione di non aver fatto. Sdoppiamento della personalità o solo una amnesia? Chissà, ma in Molise siamo abituati a tutto e al contrario di tutto.

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