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giovedì, Aprile 25, 2024

Campobasso. Tante le firme raccolte per contrastare la violenza di genere, basta al femminicidio

AttualitàCampobasso. Tante le firme raccolte per contrastare la violenza di genere, basta al femminicidio

4di LUCIA LOZZI

Non si può più rimanere impassibili di fronte alle quotidiane morti di donne ammazzate, fenomeno sempre più frequente ormai in Italia e non solo. Il termine ‘femminicidio’ si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi futili derivanti da casi esasperati legati all’aspetto sentimentale e non solo. Il femminicidio è una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna, “perché donna”. In Italia se ne parla tanto ma all’atto pratico il problema viene sottovalutato e pochi i provvedimenti realmente presi. È arrivato davvero il momento di dire BASTA. Stamane ultimo caso; “apre la porta del bagno e spara contro la moglie davanti alla figlia”. Senza voler parlare delle motivazioni che spingono a compiere un gesto inaudito come questo basti pensare alle conseguenze gravissime che tale gesto ha sui minori. Un figlio che assiste ad una scena del genere è destinato, inevitabilmente, ad affrontare un percorso terribile e difficile in cui la propria vita e identità viene sconvolta. Un uomo che compie un gesto del genere è destinato, inevitabilmente, a fare i conti con la propria identità e con la giustizia. Quale giustizia e quale pena applicare? Abbiamo realmente tutti un’idea di quale pena si possa e si deve applicare a fatti del genere? Non basterebbe una vita per riparare alla doppia morte; quella fisica di una madre, quella morale di un figlio. La maggior parte delle vittime sono donne che continuano a subire violenze anche dopo aver denunciato i fatti e il colpevole. Sono piene le pagine di storie, quasi sempre simili tra loro, di donne uccise dal marito, il convivente, o il fidanzato, che avevano già denunciato alcuni atti di violenza, ma non era stato preso nessun provvedimento; le violenze erano continuate e poi concluse con l’assassinio. Nessuno aveva dato ascolto alle richieste di aiuto da parte delle donne e poi ci si stupisce quando queste vengono uccise. Storie di donne che all’improvviso si trovano davanti un coltello, una pistola, che inermi subiscono mentre stanno dando da mangiare ad un figlio o semplicemente portandolo a scuola. Avete, abbiamo, un’idea anche vaga di cosa quegli occhietti spauriti possono guardare? Una madre a terra piena di sangue! Terribile, assurdo, devastante! A mio parere, e non solo mio, è arrivato il momento di dire basta e ribellarsi. Non bisognerebbe sottovalutare nessun allarme di violenza. Esistono, infatti, molte associazioni contro il femminicidio e centri di accoglienza per le donne maltrattate. Bisogna rivolgersi a loro e prima che ciò accada. Molto spesso però è difficile trovare il coraggio di denunciare le violenze subite, a causa delle minacce del violento oppure perché si crede di poter superare la situazione senza bisogno di aiuto, come se fosse un semplice periodo un po’ difficile. Donne non è difficile farlo. Di difficile c’è solo fermare, e non arginare solamente, il fenomeno! I centri antiviolenza accolgono le donne e le proteggono dalle conseguenze che potrebbe avere la denuncia. Non bisogna farsi prendere dalla paura, si deve trovare coraggio e parlare. Solo facendo conoscere il problema si può trovare una soluzione. Se non sono le stesse donne ad agire non si può prevedere. Capita di sovente che, dopo l’accaduto, gli uomini non sono giustiziati e le famiglie delle vittime, oltre al dolore che subiscono, non possono avere giustizia. La violenza è spesso convinzione che la donna è un essere inferiore. Ma le donne sono stufe di sentirsi inferiori, non lo sono e non vogliono esserlo!  Vanno tutelate, rispettate, protette dalla legge. Anche il Molise si muove in questa direzione non a caso oggi presso l’Ufficio della Consigliera di Parità della Regione Molise, via Genova 11, l’Associazione Liberaluna onlus e l’Associazione  Me Too, nell’ambito di una  Conferenza stampa, consegneranno alla Consigliera di Parità Giuditta Lembo oltre 1000 firme, raccolte  nell’arco di pochi giorni, affinché la Consigliera si faccia portavoce presso la Regione delle richieste relative allo stato d’attuazione della legge regionale n.15 del 2013 finalizzata al contrasto della violenza di genere. PER DIRE BASTA UNA VOLTA PER TUTTE, PER CHIEDERE UNA LEGGE GIUSTA CHE PUNISCA I COLPEVOLI, PER INVOCARE UNA LEGGE CHE A MONTE RISOLVA IL PROBLEMA, SOLO VOI DONNE POTETE AGIRE PRIMA CHE ACCADA .

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