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giovedì, Marzo 28, 2024

Omicidio Niro, Piunno: intoppi nell’istruttoria, appello slitta

AttualitàOmicidio Niro, Piunno: intoppi nell'istruttoria, appello slitta

foto_tribunaledi GIOVANNI DI TOTA

Per i Carabinieri di Morcone quello squarcio sul petto era compatibile con un incidente stradale. Nella Fiat Bravo di Lucio Niro il sangue era schizzato ovunque. E a provocare la morte del giovane muratore di Baranello non era stato l’urto con un albero in una strada di campagna, poco distante dalla casa della sua futura moglie, ma una mano nascosta dietro un cespuglio.

Una mano che aveva premuto a colpo sicuro il grilletto del fucile e sparato per uccidere. Chi ha ammazzato Lucio Niro conosceva bene tutti i suoi spostamenti, la sua auto, gli orari e la strada che percorreva per tornare a casa sua dopo aver visitato la fidanzata a Santa Croce del Sannio.

Nel 2011, l’unico indagato e poi imputato per omicidio nel processo di primo grado a Benevento è stato assolto. Domenico Felice, amico d’infanzia e secondo l’accusa infatuato di Rosanna Parlapiano, futura moglie di Lucio Niro, oggi è un uomo libero.

Lucio ha lasciato una figlia che, con i famigliari di Baranello, attende ancora la verità. Ma un errore nell’istruttoria dell’Appello, depositata a Napoli, allungherà ancora i tempi del processo di secondo grado.

“Ho potuto constatare a Napoli – ha detto l’avvocato di parte civile Angelo Piunno – che il dibattimento non ci sarà nemmeno quest’anno, ma – ha aggiunto – è molto probabile che il processo di secondo grado verrà fissato l’anno prossimo. Paghiamo – ha concluso Piunno – la mancata pubblicità di questo caso”.

Un omicidio, sul quale di recente ha acceso i riflettori anche Chi l’ha visto, ancora irrisolto. E alle indagini partite con il piede sbagliato e  condotte anche peggio si aggiunge ora l’ennesimo errore. Lucio, un bravo ragazzo di provincia, lavoratore e onesto, aveva solo voglia di sposarsi e mettere su famiglia. Chiunque glielo abbia impedito con quella fucilata al cuore vive la sua vita ogni giorno, da otto anni, in mezzo alla gente comune, come se avesse sparato nel vuoto.

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