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giovedì, Aprile 25, 2024

Fermo biologico: cambiano le regole per gli indennizzi. Cannarsa: “Armatori devono unire le forze”

AttualitàFermo biologico: cambiano le regole per gli indennizzi. Cannarsa: "Armatori devono unire le forze"

porto 2Cambiano le regole per ottenere gli indennizzi per il periodo di fermo biologico. Le norme di attuazione che solitamente vengono pubblicate qualche giorno dopo l’inizio dello stop sono invece arrivate con un anno di ritardo. Il ministero ha infatti pubblicato il 20 giugno 2016 il decreto riferito al fermo del 2015, che inevitabilmente comporterà un forte ritardo nel recupero delle somme. Il decreto poi introduce delle novità in corsa e cioè: viene meno il concetto di indennizzo avuto sino ad oggi e si introduce quello di premio, perchè verranno messi ‘a gara’ attraverso un sistema di manifestazione d’interesse che andrà a premiare imprese piuttosto che altre. Per la prima volta conterà il maggior numero di kilowatt motore e la stazza del motopeschereccio nei criteri di assegnazione. Ci potrebbero volere anche anni per avere i soldi. A renderlo noto è il presidente dell’Organizzazione produttori pesca San Basso e coordinatore di Ferpesca Molise Basso Cannarsa che critica il modus operandi del Ministero che ormai da anni non prende più in considerazione la categoria e che emana decreti sulla testa dei pescatori che rischiano di cancellare il settore. Scelte che tra l’altro, secondo Cannarsa, non seguono le indicazione dell’Unione Europea che invita a una regionalizzazione delle politiche della pesca. Sono anni che gli armatori insieme ai produttori, conoscitori del mare e dei suoi ritmi naturali, danno consigli sulle modalità di attuazione del fermo biologico e che sistematicamente non vengono ascoltati. Cannarsa invita tutti gli armatori ad uno scatto di orgoglio pieno di passione per il proprio mestiere e per le proprie tradizioni «per difendere la pesca dai quotidiani attacchi che subiamo dall’alto – dice- senza un minimo confronto con la base produttiva». «Occorre cambiare atteggiamento – conclude Cannarsa – e lavorare uniti per una nuova valorizzazione e gestione di un’attività di pesca sostenibile che tenga conto della tutela della risorsa».

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