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giovedì, Aprile 18, 2024

Il sistema “tripolare”

AttualitàIl sistema "tripolare"

sistema politicodi ORESTE CAMPOPIANO

Che il risultato del voto del 5 e 19 giugno ha avviato la disarticolazione dell’attuale sistema politico è considerazione sin troppo ovvia. E ciò non tanto e non solo per la indiscutibile vittoria dei 5 stelle nelle maggiori realtà urbane (ha prevalso in ben 19 delle 20 città ove era al ballottaggio ), ma per la generalizzata espressione dell’elettorato ad un cambio di modello nella gestione delle Istituzioni. Ridurre quindi il tutto ad un “voto di protesta”come da più parti si è fatto nel tentativo vano di minimizzare l’effetto deflagrante di questo risultato,sarebbe un grave errore di valutazione politica. Lo stesso Matteo Renzi si è affrettato a riconoscere non solo la sonora sconfitta del suo partito (anche in realtà ove la sinistra storicamente era vincente),ma che il risultato delle urne è espressione di una volontà di cambiamento che va raccolta e che comunque impone una seria riflessione critica. Del resto laddove “il sistema” ha tentato di fare corpo in funzione autoconservativa ( si veda il risultato della Capitale) reagendo con aggressività, supponenza , se non proprio con il dileggio dell’avversario ha preso la più sonora delle sconfitte, facendosi più che doppiare in termini di consensi elettorali. Probabilmente Matteo Renzi, che è anche segretario nazionale del PD ha dovuto prendere atto che il “sistema” bipolare ha ceduto il passo ad uno “tripolare” e che di conseguenza tutti i modelli, anche quello elettorale dell’Italicum andranno rivisti in fretta, pena la definitiva soccombenza. Tanto più che dopo questa batosta e le imminenti ferie balneari( per chi potrà permettersele) lo stesso popolo delle urne verrà chiamato ad esprimersi in un referendum sul quale il Presidente del Consiglio gioca la sua partita più delicata e difficile: quella della sua sopravvivenza politica. Forse è questa la ragione per la quale in sole due settimane ha deposto il “lanciafiamme” ed ha imbracciato il ramoscello di ulivo in previsione della direzione del PD di venerdì , ove presumibilmente troverà più di qualche cartello con la scritta “ Matteo, stai sereno” e laddove farebbe bene a presentarsi dimissionario dall’ (incompatibile) incarico . Ma c’è un altro problema che riguarda questa volta tutti indistintamente i partiti e le aree politiche: la grande espressione percentuale del non voto, che testimonia una disaffezione se non proprio un rigetto delle istituzioni e della partecipazione che è l’essenza stessa della democrazia. Forse sarebbe opportuno provare a riacquisire la capacità di ascoltare, di capire le esigenze della gente e di coniugarle in termini di amministrazione della cosa pubblica. E’ terminato il tempo dei personalismi, delle leadership autocooptate,delle garanzie per pochi e dei sacrifici per gli altri. E questo vale in Italia, come in Molise . Il segnale in provincia di Isernia è stato molto significativo per gli attuali governanti ed è tuttora cristallizzato nel fragoroso silenzio degli sconfitti.

 

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