Colorato e suggestivo. Un lungo tappeto di fiori, simboli geometrici, religiosi, invocazioni alla Vergine. Un lavoro certosino e artistico quello di abitanti e commercianti del centro storico di Campobasso che realizzano ogni anno, il 31 maggio, l’infiorata nel cuore della città , lungo il percorso della processione durante la quale la statua della Madonna dei Monti viene portata per le vie del centro del capoluogo. Gli altarini addobbati, la suggestione scenica di luoghi simbolo come Sant’Antonio Abate, o ponte di Bruschio, in cui si respira la campobassanità verace, la storia del borgo antico. In cui storia e tradizione si mescolano. Un tripudio di fiori per alcuni chilometri, usati per creare i tappeti, i bellissimi disegni e anche lanciati dai balconi al passaggio della statua, che dovrebbe essere quella del settecento, l’antica madonna di legno alla quale il tempo ha, probabilmente, schiarito i capelli.
Una ricorrenza, una tradizione sentita dai campobassani; una devozione che ha il culmine in questa processione e in quella dell’Addolorata dietro al Cristo Morto, il venerdì Santo.
L’origine della processione del 31 maggio si lega alla presenza dei frati Cappuccini nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, i quali si impegnarono a restaurarla. Lo fecero, la inaugurarono il 30 maggio del 1911 e il giorno seguente la statua della Madonna fu portata per le vie della città . Una tradizione che iniziò così e che si è arricchita dell’Infiorata.