
La campagna elettorale di Isernia entra decisamente nel vivo. Toni alti per qualcuno, pacati per altri, ma idee e proposte in campo che attendono non solo promesse ma risultati concreti. Filomena Calenda, candidata consigliere al Comune di Isernia con Gabriele Melogli, dice la sua, a quasi due settimane dal voto, per ribadire ciò che da sempre, anche nel quotidiano, sostiene; aiuto alle fasce più deboli, ai disoccupati, inoccupati, pensionati e partecipazione dei cittadini.
Calenda cosa l’ha spinta a scendere in campo?
Sono una donna che da sempre e’ in campo a difesa del sociale e ci mette la faccia in ogni cosa. A maggior ragione stavolta, in un momento in cui i diritti dei più deboli sono decisamente calpestati. Per me fare politica non vuol dire esserci solo in campagna elettorale ma tutto l’anno. Svolgo un lavoro che mi vede protagonista della vita sociale e la spinta maggiore e’ pervenuta proprio da quelle persone che si rivolgono a me perché, probabilmente, hanno difficoltà economiche e problematiche tali da aver bisogno di sostegno. La perdita del lavoro di tanti, nella mia città, mi ha convinto, ancor di più e mai come ora, di dover stare accanto a chi, nel quotidiano, vive momento di grande difficoltà e disagio per se e i suoi familiari.
Secondo lei, la gestione politica della Regione ha contribuito allo stato attuale delle cose? Dove ha sbagliato la nostra governance regionale?
Una gestione non proprio oculata e attenta a quello che il momento di crisi storica gia’ profilava, certamente non ha aiutato la nostra città. Non ho mai avuto ruoli nella politica regionale e non mi sento responsabile di questo. Criticare e’ facile, non mi appartiene né come modus operandi ne’ come cultura, bisogna essere invece costruttivi e propositivi. Sostengo che un maggior impegno e attenzione nella gestione della nostra realtà, piccola ma fattibile, avrebbe di certo sortito altri e migliori risultati. Lo sbaglio del Presidente Frattura e’ stato quello di trascurare Isernia come città e realtà in crisi , non doveva lasciarla a se stante . Un indotto come il tessile, l’automotive, meritava più attenzione. Non dimentichiamo che i tanti, circa 1500 lavoratori ITTIERRE e altri del settore automobilistico, erano la risorsa più importante della nostra realtà. Apprezzati in tutto il mondo hanno portato lustro ad Isernia laddove , invece, e’ stato tolto con poliche errate.
Il sociale di cui parla e vive, quotidianamente, di cosa ha bisogno?
Con i finanziamenti regionali, il Comune di Isernia avrebbe potuto anche dare un maggior sostegno alle famiglie in difficoltà che prima vivevano una condizione lavorativa ma che, poi, hanno perso il lavoro con tutte le conseguenze che tale perdita comporta. Famiglie che oggi non possono più pagare l’affitto, una bolletta e in casi più estremi e reali, fare la spesa. L’aggravante e’ che, in molti casi, dopo la chiusura di ITTIERRE e DR., non sono solo i giovani figli a stare senza lavoro ma anche i genitori. Mi chiedo come, in una società civile e strutturata come la nostra, potranno ora sopravvivere. Lei mi chiede di cosa hanno bisogno? Le rispondo senza retorica e in modo determinato e secco: LAVORO, PENSIONI. Sostegno ma non inteso nel senso di ammortizzatori , cosa che può avere un senso ed è giusta in un momento a breve termine, ma nel senso di ripresa economica di intere famiglie, di dignità e di non dover ricorrere al politico di turno per chiedere aiuto. Non esiste una società civile se non ridiamo dignità e serenità alla gente. Non abbiamo bisogno di fondi a pioggia senza un minimo di progettualità ma di un piano di ripresa, di investimenti, di aiuto per le nostre imprese molisane in modo da poter ricollocare i tanti disoccupati e inoccupati. Io non sono a favore del depauperamento e lo spopolamento del nostro territorio. Sono a favore, invece, delle politiche sociali e di programmi concreti. Quando si parla di pensioni, ad esempio, e sostengo che bisogna anticiparle, non intendo dire che ad una certa età non si è più abili al lavoro. Anzi, mai come oggi, l’età non conta se non come requisito per raggiungere l’agoniata pensione. Il problema è che davvero il livello di età si sta alzando e non permette un turn over in campo lavorativo . Basta dunque insistere sui requisiti necessari quando, invece, bisogna parlare di requisiti essenziali per invertire un trend negativo.
Quale la sua proposta, allora, a livello Regionale e Locale, per la nostra realtà isernina?
L’area di crisi di cui si parla tanto mi piace immaginarla come l’occasione buona e giusta per riprenderci la nostra dignità con l’aiuto del governo. Siamo una regione in crisi? Bene, convogliamo tutte le nostre forze e proposte in un contenitore che possa essere il volano della nostra Regione. Tessile, turismo, agroalimentare, cultura, assistenza ai bisognosi. Queste sono le idee, ma io non sono stata alla Regione, non è colpa mia il fallimento della nostra realtà . Io posso solo loro consigliare, fin quanto tempo rimanga, di provare, e dico provare perché penso sia già troppo tardi, a ristabilire un minimo di equlibrio tra la gente e le loro esigenze , e con lucidità ammettere ciò che si è sbagliato. Vorrei dire alla Regione, ai nostri parlamentari, che potremmo farcela se abbandonano le logiche di partito, e le faide interne, per operare a favore e per la gente molisana, per la città di Isernia che tanto hanno messo da parte.
Calenda, se lei sarà consigliere comunale, in questo momento di grande difficoltà per la città di Isernia, con le problematiche a lei note e che vive sulla sua pelle ogni giorno, cosa vorrebbe si affrontasse prima?
In campagna elettorale tutti parlano delle solite cose, temi per programmi, temi per dire e poco per fare davvero. Ma vogliamo parlare seriamente? Occupazione . Parliamo dell’Auditorium? Bene, allora le dico che potrebbe essere davvero fonte di occupazione ma, non si può utilizzare senza un minimo di progettualità una risorsa così importante per il Comune e per la nostra gente. Ho assistito a spettacoli locali di ottimo spessore culturale nella nostra regione, comune, città. Perché non creare, allora, un polo della cultura che raggruppi tutti questi gruppi, culture, seguendo anche un filo conduttore, programmando seriamente gli eventi, creando occupazione ed anche entrate per il Comune, senza affidarsi solo alla casualità degli eventi. Perché non occupare gli spazi vuoti coinvolgendo associazioni ed enti che siamo in grado di ricreare fermento culturale. Il Paleolitico? E basta inaugurarlo tante volte! È’ arrivato il momento di creare indotto lavorativo in un sito così famoso e poco apprezzato dai nostri amministratori. Si può fare tanto e di più perché il turismo possa veramente essere il volano della città di Isernia ma, pare, che faccia comodo tenere le cose come stanno altrimenti non si hanno più voci per stilare programmi elettorali. Qui non vogliamo votare ogni anno/due. Vogliamo governare una città con continuità, seriamente, in modo trasparente.
Perché la scelta di sostenere il candidato a Sindaco Gabriele Melogli!
Perché, ritengo, Gabriele Melogli essere un professionista capace e competente, che ha già dato un segnale forte alla sua città amministrando per ben due mandati. Con questo non voglio dire che gli altri non lo sono. Anzi, ognuno di loro ha competenze e professionalità. Dico solo che per amministrare una città in ginocchio come Isernia non si può attendere più di imparare ad amministrare. Si deve amministrare subito e Gabriele Melogli lo sa fare, lo ha già fatto, conosce la macchina amministrativa e lo ha dimostrato. Lui può riportare la nostra città in vita. Ne sono convinta e mi rende orgogliosa il solo fatto di far parte di questo percorso, ancor più in caso di vincita, della sua squadra, sia come donna che comprende la realtà con la sensibilità che contraddistingue le donne, sia come amministratrice. Ho scelto di rimanere ad Isernia, combattere ogni giorno per i diritti della mia gente, libera, senza aver chiesto nulla a nessuno e senza che nessuno mi abbia regalato nulla.
Con questo spirito, e rispetto per la mia gente voglio continuare .
Rispetto ai tanti programmi e idee, il tema sociale e del disagio di tante famiglie tocca da vicino Calenda che poco può in termini di programmazione di politiche di sostegno, che onestamente lasciamo a chi deve farle in nome del rispetto e della dignità di tanti che in questo momento vivono situazioni indigenti, ma tanto può in termini di disponibilità e risoluzione delle loro problematiche con il lavoro che svolge quotidianamente per loro.