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mercoledì, Aprile 24, 2024

Sanità pubblica: “conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza di tutte le persone”

AttualitàSanità pubblica: "conquista sociale irrinunciabile per l'eguaglianza di tutte le persone"

manifestazionedi MINO DENTIZZI

Mercoledì 18 maggio a Campobasso molti, tra cui anche io, saranno in piazza per difendere insieme la sanità pubblica, conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza di tutte le persone.

Le scelte politiche nazionali, avvallate da quelle regionali, da decenni mettono in discussione questa conquista ottenuta negli anni ‘60 e ‘70 dopo lotte e mobilitazioni contro gli interessi di un sistema assicurativo-sanitario che era caratterizzato da una grande commistione di pubblico e privato, che portò all’approvazione nel dicembre ’78 della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale.

Prima di essa l’assistenza sanitaria era affidata a innumerevoli enti assistenziali che provvedevano a diversi strati di lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e di casse mutue di agricoltori, commercianti e artigiani, nonché ad altri enti minori per gruppi particolari.

Chi sostiene che la sanità privata funziona allo stesso modo o, meglio, di quella pubblica dovrebbe riandare indietro nel tempo e vedere come funzionava la sanità italiana con le mutue negli anni 50.

Ed a chi afferma che la sanità privata è gestita meglio di quella pubblica chiedo: la sanità privata consente all’intera popolazione un accesso totale alle cure uguale per tutti, senza discriminazioni? Al momento non mi pare sia così, di conseguenza il privato, per efficiente e ben gestito che sia, non è a mio avviso né rispettoso né giusto. Il sistema sanitario nazionale provvede ai bisogni di salute di tutti i cittadini dalla nascita (anzi da molto prima) fino alla morte, i privati si occupano solo di alcuni momenti della vita delle singole persone.

Bisogna prima di tutto mettere la parola fine alla stagione dei tagli e portare avanti una politica di investimenti nel servizio pubblico, che riporti il nostro paese al livello europeo dei finanziamenti rispetto al Pil. Quello che invece accade nella realtà, cioè quello che si decide con leggi dello Stato, Intese e Accordi Stato Regioni, e che si nasconde ai cittadini, va proprio nella direzione opposta. È purtroppo quanto previsto anche nel Documento di Economia e Finanza 2016. Tutte le Regioni, con il consenso del Governo, hanno deciso di far pagare ancora una volta e solamente al Ssn il conto salato del loro “contributo alla finanza pubblica” previsto nell’ultima Legge di Stabilità.

Quanto accade nel Molise è la rappresentazione di tutto ciò. E’ il simbolo di una crisi dei sistemi di welfare silenziosa, ma guidata, che è frutto non solo dell’incapacità di programmare l’offerta assistenziale  in modo adeguato alle risorse disponibili, ma anche di una visione di equità, integrità, di valore delle cure e delle relazioni che sta iniziando ad incrinarsi.

Si è accentrato il potere nelle mani  di poche persone, emanazione diretta del governo nazionale consenziente la giunta regionale, e si è creata un’enorme distanza tra il potere decisionale, le comunità locali e i cittadini e anche tra potere decisionale e chi si trova in prima linea, ad affrontare nei servizi  i bisogni e le richieste dei cittadini, avendo a disposizione risorse sempre più limitate.

Uno degli effetti non secondari di questa riforma è stata la polarizzazione dell’attenzione sul riassetto dell’architettura del sistema, a scapito della organizzazione e della cura nella gestione quotidiana dei servizi. Chi lavora in sanità sa quanto è delicato e fragile il suo funzionamento: molti operatori, insieme ai cittadini, hanno chiesto con forza alla classe politica di muoversi con cautela in un campo che il politico non conosce. Tutto questo non è avvenuto. Allora tutti a manifestare!!!

 

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