Ha fatto discutere in tutta Italia la singolare protesta di don Mario Fangio. A Carovilli le campane hanno suonato a morto per tutto il giorno. Sulla porta della chiesa ha affisso anche un manifesto funebre per spiegare il suo gesto e per esprimere tutta la sua contrarietà all’approvazione della legge sulle unioni civili. Ma la protesta di don Fangio ha provocato anche un gran trambusto. In paese sono stati affissi dei manifesti di condanna del gesto, mentre sulla statua di Bacco sono comparse della fascette con i colori dell’arcobaleno. «Carovilli è stata travolta dall’omofobia», il commento del presidente dell’Arcigay Molise, Pierluca Visco: «Siamo indignati. Questa cosa ferisce la nostra dignità proprio in un momento in cui lo Stato ci riconosce il diritto alla nostra felicità e alla nostra esistenza. C’è ancora molto da fare per la realizzazione di quella rivoluzione culturale che noi di Arcigay auspichiamo da tempo per la nostra terra. E ci impegneremo – ha concluso – a realizzarla con tutti i mezzi a disposizione». Anche la diocesi di Trivento ha preso le distanze dalla protesta di don Mario, almeno nella forma: «La nostra posizione – ha detto don Francesco Martino – è quella della Conferenza episcopale italiana: lo Stato italiano può legiferare come meglio crede. Ma ai parlamentari cattolici chiediamo un impegno più serio sia per quanto riguarda le politiche sociali, sia per quanto riguarda la tutela dell’istituto familiare tradizionale in merito all’educazione dei figli, al lavoro e alla tutela della maternità». Indirettamente don Martino risponde anche all’Arcigay: «Non siamo contro nessuno e rispettiamo le varie espressioni che non condividiamo. Vogliamo solo affermare valori positivi».
Carovilli. Campane a morto contro le Unioni civili: le reazioni di cittadini, diocesi e Arcigay
