di GIOVANNI DI TOTA
Un vero tradimento, per il quale il conto da pagare arriverà presto. Massimilliano Scarabeo torna sulla seduta notturna del consiglio regionale, durante la quale la maggioranza ha approvato in solitudine il pacchetto economico con le leggi di bilancio, e non le manda a dire a chi aveva chiesto chiarimenti sul non voto di alcuni consiglieri del centrosinistra.
Era stato Salvatore Ciocca a invitare i leader di partito e di schieramento a chiedere lumi su alcune assenze notate in aula la notte del bilancio. Nunzia Lattanzio, Michele Petraroia e, appunto, Scarabeo. “Ci saremmo aspettati – aveva fatto notare Ciocca – che qualcuno chiedesse spiegazioni ai tre uccelli di bosco, ma invece nulla”.
Dalla presidentessa della commissione sanità, Lattanzio, e dall’ex tutto Petraroia – che in pochi mesi ha lasciato assessorato e gruppo del Pd – non sono arrivati segnali. Scarabeo, invece, ha ribaltato l’invito e ha dato del traditore a chi ha votato il maxiemendamento, inserito nella finanziaria approvata giovedì: “Chi lo ha votato – ha detto il consigliere venafrano – ha decretato la fine degli ospedali di Larino e Venafro”. Il consigliere del partito democratico ha rimarcato che chi si propone ai cittadini come difensore del territorio di Isernia e Venafro, nei fatti contribuisce all’impoverimento della provincia isernina. “Il voto in aula – ha concluso Scarabeo – ha evidenziato ancora una volta la volontà di indirizzare la sanità verso la gestione privata”.
Sulle parole di Scarabeo, nuova benzina sul fuoco di una maggioranza e di un Pd già quasi inceneriti, è arrivata qualche secchiata d’acqua dei parlamentari Ruta e Leva, che hanno ricordato la necessità, stando alla loro proposta di piani operativi, di cambiare la governance della Fondazione Giovanni Paolo II, condizione che renderebbe possibile la gestione dell’ospedale unico. La regia tutta pubblica del Cardarelli, a cui verrebbero aggiunti gli oltre cento posti letto dell’ex Cattolica, con le risorse umane, la professionalità e la tecnologia a completamento dell’offerta sanitaria del Cardarelli, accreditato come ospedale regionale.
Per Leva e Ruta, poi trasferire il Cardarelli alla sede della Fondazione, per due terzi mai utilizzata e con nove sale operatorie pronte, rende un miglior servizio ai cittadini e possibile attivare il centro unico per gli acquisti, con evidenti risparmi finanziari.
Indispensabile – è la conclusione – riconvocare le parti per completare il confronto in tempi serrati. Ma a giudicare da ciò che accade nei palazzi della politica regionale, da quello del Consiglio a quello della Giunta, le prospettive per un accordo condiviso sono sempre più risicate.