di GIANPIO D’ADDARIO
Come valutare il terrorismo di matrice islamica? Si tratta di un fenomeno isolato? Cosa dire allora, dei numerosi gruppi sparsi tra Africa e Medio oriente che si abbeverano alla fonte del fanatismo? E’ presente un ruolo dello stesso islam? Chi si nasconde dietro ciò? Quale il fine?
Il terrorismo, così come è conosciuto da ogni individuo della popolazione mondiale, al di là dello sviluppo su base continentale, nazionale e sopratutto economica, ha da sempre avuto la necessità di attecchire e quindi prosperare su solide basi ideologico- politiche. Se si pensa a quello di matrice islamica in particolare, si potrebbe affermare abbia da questo punto di vista, alcune similitudini con organizzazioni terroristiche altre, quali Brigate Rosse, Brigate Nere, Mano Nera ecc. Certamente i recenti attentati di Parigi prima e Bruxelles poi, hanno confermato, se mai ve ne fosse stato bisogno, una netta differenziazione tra questo genere di terrorismo e quelli sopra citati. Certo è che il “terreno fertile” che ha portato ad esempio Al- Qaeda, ISIS e Boko Haram, ad affermarsi rispettivamente in Afganistan, Siria- Iraq e Nigeria, va ricercato anche nell’instabilità politica o vuoto di potere dei quali, tali organizzazioni terroristiche hanno approfittato, affermandosi come unica soluzione possibile, laddove anche l’idea di democrazia di stampo occidentale, che gli USA hanno tentato di “esportare” su base liberale, vedi affermazioni di Bush alla vigilia dell’invasione dell’Iraq (Marzo 2003) ha fallito. Di questo avviso è in effetti Renzo Guolo, studioso dei diritti umani il quale osserva come, così facendo “vengano meno decisioni chiave, basate sul mantenimento della democrazia stessa, riguardanti come la si debba mantenere e su chi debba esercitarla in Medio oriente, a quale titolo e nei confronti di chi”. E’ anche vero che l’occidente, ha non poche colpe in quello che è il subbuglio del mondo arabo odierno, avendo spesso dato l’idea di carnefice, invasore o fautore di promesse di stabilità politica, peraltro mai mantenute in quell’area del mondo, anche per motivi economici, tra cui la necessità di approvvigionamento petrolifero. Detto ciò è facile dedurre che il terrorismo islamico, abbia più di un motivo per combattere i governi del mondo e le “società altre” annesse a tali governi per non parlare poi della lotta interna al mondo islamico tra Sunniti e Shiiti. Cosa accadrebbe però, qualora qualcuno di noi, si convincesse o credesse, che non tutto è come sembra, tendendo quindi a discostarsi da quanto affermato da media e governi in questione? Supponiamo che alcuni di quelli che crediamo essere “Paesi amici” con i quali quindi, si prendono accordi, si stringono eventualmente alleanze e dai quali si hanno risorse e ritorni economici importanti (Arabia saudita e Qatar) cerchino anche di favorire in realtà, una diffusione islamica globale, attraverso costruzione d Moschee con Imam a volte provenienti dalle suddette Nazioni e guadagnando inoltre, molto denaro dai flussi migratori? Il terrorismo sarebbe allora un “fenomeno soporifero” volto a confonderci e destabilizzarci emotivamente e politicamente, volto a distogliere la nostra attenzione da un problema di maggiore gravità? Certo è che proprio le due nazioni sopra citate, ad esempio, hanno nei testi sacri islamici e nella legge islamica (Shari’a) l’unico fondamento possibile di uno Stato “giusto” senza a volte, una doverosa rivalutazione ed analisi del periodo storico e sociale che favorì la stesura dei testi stessi. E’doveroso qui sottolineare, che proprio i Paesi di cui prima, non hanno sottoscritto la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948) valorizzando quindi esclusivamente la successiva dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo (1981) . Come mai? Nella dichiarazione di stampo occidentale del 1948 si parla di “…libertà di culto”, “…pari dignità fra uomo e donna”, “…uguaglianza di fronte alla legge” aspetti questi, non condivisi o rigettati chissà da diverse società Arabo – islamiche. Tra coloro i quali affermano l’autenticità del pericolo islam, su base storico – coranica, come ad esempio Magdi Cristiano Allam e coloro che da musulmani, propendono per un “islam più giusto” rispettoso dei diritti umani come Abdullahi Ahmed An-na’im, tramite le osservazioni di cui sopra, bisognerebbe forse, essere più attenti ad ogni situazione fattore di rischio, anche minimo e valutare per quanto possibile, ogni aspetto riguardante la correlazione le politiche internazionali ed il terrorismo islamico, con “aspetti poco dibattuti”. A voi la scelta.