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sabato, Aprile 20, 2024

Biomasse, la storia infinita. La Civitas chiede un indennizzo di 15milioni di euro

AperturaBiomasse, la storia infinita. La Civitas chiede un indennizzo di 15milioni di euro

Biomassedi PASQUALE DI BELLO

È una storia infinita quella delle centrali a biomasse previste e poi bandite dall’area matesina. La società Civitas, dopo la bocciatura al Tar, ricorrre al Consiglio di Stato e chiede alla Regione un indennizzo faraonico pari a 15milioni di euro. Circa il doppio della prima istanza rigettata dai giudici amministrativi di primo grado.

Si riaccende la protesta nel Matese. A distanza di un anno e mezzo dal presidio di Campochiaro contro le centrali a biomasse nell’area matesina, i cittadini tornano ad allertarsi. A dar fuoco alle polveri è una notizia clamorosa e dal sapore beffardo: la Civitas, società dell’impianto previsto a Campochiaro, il cui progetto fu presentato da Paolo Frattura, all’epoca non ancora governatore, e oggi amministrata dal suo ex socio, Luca di Domenico, consorte di Mariolga Mogavero, nominata da esterna Capo di gabinetto della giunta Frattura ed ex socia della compagna del Governatore, Gilda Antonelli, è tornata a chiedere alla Regione Molise un maxi indennizzo: questa volta 15 milioni euro, circa il doppio di quanto richiesto in primo grado.

Ma ripercorriamo in estrema sintesi i fatti che partono dal  23 giugno 2014. Quel giorno, con la determina dirigenziale n. 24, e col parere favorevole dell’allora responsabile del servizio Energia regionale, Riccardo Tamburro (precedentemente consigliere regionale e vicino al movimento Rialzati Molise) viene autorizzata la società dell’ingegnere Di Domenico a produrre energia da biomassa vegetale nell’area industriale matesina.  Successivamente, sull’onda della protesta popolare, a gennaio 2015 l’autorizzazione concessa alla Civitas e quella ulteriore concessa ad un’altra impresa, la Di Zio, vengono revocate dalla Regione. Si apre da quel momento una fase di contenzioso che ha visto contrapporsi con richieste faraoniche di indennizzo le due società all’ente regione. In prima battuta, la società guidata da Di Domenico ha chiesto al Tar Molise l’annullamento del provvedimento di revoca della Regione e, in subordine, un risarcimento di 8milioni e mezzo di euro. Il Tar ha chiuso la vicenda il 25 settembre 2015, dichiarando la illegittimità dei provvedimenti di autorizzazione della Regione e respinto le richieste di indennizzo e risarcitorie avanzate dalle società.

A vincere quella battaglia, in rappresentanza degli otto comuni dell’area matesina che si opposero strenuamente alla costruzione delle centrali gli avvocati Romano, Ruta, Zezza e Priolo.  Adesso la Civitas ci riprova e mentre la ditta Di Zinno lascia, quella amministrata da Luca Di Domenico raddoppia: ha proposto appello al Consiglio di Stato, chiedendo un indennizzo clamoroso di 15 milioni di euro. L’esito della vicenda è tutto da stabilire ma il copione è sempre lo stesso. Qualora vi fosse da pagare, a pagare saranno ancora una volta i molisani: spremuti e bastonati.

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