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lunedì, Aprile 29, 2024

Isernia. Irinella, ancora un sold out per lo spettacolo ispirato dalle musiche del Tratturo

AttualitàIsernia. Irinella, ancora un sold out per lo spettacolo ispirato dalle musiche del Tratturo

irinella2di LUCIA LOZZI

Un finale di grande successo, e Auditorium di Isernia al completo, la replica dello spettacolo “Irinella” portato in scena nello scorso fine settimana. Scritta da Maurizio Veneziale, con la regia di Salvatore Mincione Guarino – coadiuvato da Emilia Vitullo – e la sua compagnia Cast, il patrocinio del Comune di Isernia e della Banca Mediolanum, ha visto le musiche dal vivo del trio acustico il Tratturo e rapito, completamente, il pubblico presente numeroso. Davvero una replica e un finale in grande stile ed entusiasmo che conferma, ancora una volta, non solo la passione dei soggetti recitanti nella loro interpretazione ma anche l’interesse del pubblico isernino presente quando si tratta di apprezzare un teatro di qualità. In chiave ironica uno spaccato vero, genuino, appassionato di vita, una commedia tutta in dialetto e stile isernino quella andata in scena. Una rappresentazione teatrale che ha visto una compagine preparata per un pubblico attento ed esigente, un copione dalle tradizioni e musiche coinvolgenti e testimoni di una tradizione ancora viva, la nostra “Sernia”, e le sue affascinanti peculiarità; la rodda, ru vic’, la quatrella hanno riportato alla memoria antichi luoghi e tradizioni isernine decisamente scomparse ma vive nel cuore della popolazione. A risentire parlare di cuttur’, pizzigl’ e rodda gli occhi dei presenti non hanno potuto fare a meno di brillare e le musiche vibranti del trio toccare l’animo più profondo degli isernini. Lo spettacolo teatrale “Irinella”, una commedia dialettale isernina ispirata all’omonima canzone del Tratturo, ha avuto il potere di unire teatro e musica, passato e presente e riempire, ancora una volta e in tutte le repliche, l’Auditorium di Isernia. Mauro Gioielli ha deliziato con Ivana Rufo (chitarre) e Lino Miniscalco (fiati) i presenti e ampliato, nelle varie repliche, con altre melodie e brani il suo repertorio musicale, Irinella in primis ma anche “La Curacchiera e Santa Lucia”. Sono ormai scomparse molte pratiche e musiche tradizionali ma riportarle in scena è stata una scelta di grande sensibilità e successo e di doveroso rispetto per la città e la tradizione della stessa. Lo spettacolo ha toccato tutti i temi, dall’immigrazione al lavoro, dall’amore vero, semplice, appassionato alla famiglia, dalla vita semplice al voler sistemare una figlia con un buon partito, dalla terra ai prodotti tipici su ogni tavola di allora . La nostra “Sernia”, la vita di un tempo, lo sposarsi per procura, la valigia di cartone per partire per l’America, tutti simboli di antico sapore vissuti dalla gente comune e apprezzati, mai come ora, dalla nostra società. La chiacchiera del vicolo di Filomena, Annamaria di Vincenzo, che però, ironicamente, si fa sempre i fatti suoi, con un orecchio alla porta e uno alla finestra, con un occhio alla piazza e uno a casa degli altri ma che, alla fine e a fin di bene, riporta sempre la verità. Una verità che permette di scoprire l’inganno e salvare “la rodda” . I musicanti da sfondo, ma ” ru munn’ ns cagna c’ na canzon’ ” e come tutte le storie c’è chi le vince e chi le subisce. Pensare di rivivere, oggi, quel periodo fatto di cose e gestì semplici e genuini appare improbabile se non impossibile ma, e di questo ne siamo grati, sapere che c’è qualcuno che ancora le ricorda e le trasmette attraverso la fedele rappresentazione, ci riempie di orgoglio e di gioia e ci fa sperare che il passato e la tradizione non venga dimenticato in nome di un presente che si evolve. Ci fa ben sperare che la sensibilità di chi, oggi, ha gioito e vissuto di racconti antichi ci aiuti a costruire un nuovo presente in cui i valori ancora valgano qualcosa e non disperdere un patrimonio di così alto senso morale. Aspettiamo di rivivere ancora queste emozioni anche solo con il teatro .

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