di Marta Martino
Un parchetto di erbetta, cespugli e fiorellini, abbellito da fontanella, panchine e giochi per i bambini dove i residenti di via Marche possono portare i figli e gli animali domestici. Un segno di attenzione del Comune di Campobasso, sembrerebbe, visto che sta approntando il piano di riqualificazione delle aree verdi cittadine. Ma poi, si va guardare nel dettaglio la recinzione in legno messa lì qualche settimana fa e si fa una sconcertante scoperta: i chiodi sono stati conficcati in profondità nei tronchi degli alberi. Se questa è riqualificazione del verde pubblico, commentano i residenti della zona, questo sfregio alla natura è paradossale. Ma di paradossi, tra via Marche e via San Giovanni, ce ne sono in quantità. Due esempi su tutti, che dovrebbero preoccupare il proprietario degli immobili, ossia Comune di Campobasso, sono il bruttissimo scatolone grigio, chiamato da tutti il Bunker (e guardandolo si capisce perché), e l’ex sede dei vigili urbani, qualche metro più in là. Il «bunker», una colata di cemento di forma rettangolare, risale a 15 anni fa: nato per dare un tetto al negozio di fiori poco distante e all’edicola, ha visto solo uno sprazzo di fantasia, l’intervento di artisti locali che hanno scolpito volti umani su un piccolo angolo di facciata. Poi il niente: niente finestre, niente porte, niente interni. In compenso abbonda qualsiasi altra cosa: rifiuti, bottiglie vuote, cartacce, scritte sui muri e escrementi di animali. In 15 anni la vita, si sa, va avanti: il fioraio si è ritrasferito a Napoli, l’edicolante se n’è andato altrove, ma il bunker è rimasto. I residenti hanno interrogato il Comune in proposito, ma Palazzo San Giorgio pare abbia risposto, negli anni, sempre con la solita cantilena: non sappiamo che farne di questo luogo. E quindi resta lì, monumento al brutto della città. In via Marche c’è un altro edificio in abbandono e ancora in cantiere: qui c’erano gli uffici della polizia municipale e dell’Asrem, spostati – temporaneamente- si disse allora (ossia 7 anni fa), in via Toscana in attesa dei lavori di ristrutturazione. Era il 2009 e, come si legge sull’avviso, i lavori dovevano durare 250 giorni. Ma la storia è andata diversamente e i residenti la conoscono bene: dopo l’avvio del cantiere la ditta di Caserta è andata a battere cassa al Comune di Campobasso che ha risposto picche e quindi tutto si è fermato, anche il tempo. I ponteggi sono ancora là, anzi non tutti, perché un mese fa i residenti hanno segnalato alla Polizia che uomini scesi da un camion targato Caserta stavano rubando pezzi dal cantiere. I ladri sono stati acciuffati in flagranza. E se non è per i furti, le forze dell’ordine devono intervenire per altro: più volte i cittadini hanno segnalato drogati, spacciatori e sbandati all’interno dello stabile. Ma, anche in questo caso, il Comune di Campobasso, interrogato sulle sue intenzioni, non ha risposto. E i ragazzi di via Marche, che contavano di avere il pianterreno dell’edificio come centro di aggregazione, restano senza un luogo per le loro attività.