L’appuntamento è in piazza stazione per giovedì 31 marzo, a partire dalle 18:00. La fiaccolata voluta dai dipendenti dell’ospedale di Isernia mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul futuro cupo che attende il Veneziale: sfiancato dalla carenza di personale e di mezzi rischia sembra andare incontro a una morte certa: «A distanza di un anno la situazione è peggiorata – ha detto Lucio Pastore, del Comitato Bene Comune Veneziale -. Si sta prendendo coscienza del problema che stiamo vivendo e cioè la distruzione del servizio pubblico. Lo stiamo vivendo sulle nostre spalle: non abbiamo posti letto, non abbiamo medici e infermieri, non abbiamo mezzi. Ci stanno facendo morire per consunzione. Questo succede in tutta la regione; noi lo stiamo vivendo in maniera drammatica, per cui abbiamo deciso di manifestarlo all’esterno e di chiedere alla popolazione un aiuto affinché questo ospedale non venga chiuso definitivamente. Sì, ci stiamo avviando proprio verso la chiusura dell’opedale». Tutti i cittadini sono dunque invitati a partecipare, a reagire e a dire basta a questo processo di privatizzazione della sanità, che rischia di far sì che la salute da bene comune si trasformi in una merce che non tutti potranno permettersi, ha detto ancora Pastore: «Inviatiamo i cittadini a partecipare, a difendere e proteggere un loro bene. Non è neutro lasciare che la sanità si privatizzi. Quando questo succede, i costi sono scaricati sulla gente. Avviene attraverso delle polizze che sono a premi crescenti. Apparentemente sembra un’operazione neutra, nella sostanza è un atto di privatizzazione che renderà la medicina un atto di classe: chi avrà i soldi si curerà, chi non avrà i soldi non si potrà curare».
Isernia. Giovedì fiaccolata in difesa dell’ospedale Veneziale e per dire no alla sanità privata
