di MINO DENTIZZI
“Abolendo la libera professione intramoenia d’incanto spariranno le liste d’attesa. Mi ci gioco la faccia e tutto il resto”, lo afferma Enrico Rossi, governatore della Toscana, in un post che ha pubblicato il 17-03-16 sulla pagina del suo profilo Fb. Una dichiarazione forte che rivela un profondo convincimento interiore. Ma è veramente cosi? È proprio vero che la causa delle lunghe liste di attesa è l’attività intramoenia dei medici dirigenti del SSN?
In parte potrebbe essere vero. È vero se i medici durante il proprio turno, invece di svolgere il proprio lavoro, leggono il giornale o stanno al bar per poi lavorare solo durante l’attività intramoenia. In questi casi la colpa non è dell’attività privata che svolgono, ma di condotte che non solo devono essere deplorate ma che configurano un vero e proprio reato contro la Pubblica Amministrazione, con tutte le conseguenze penali e civili che ne conseguono.
Ma da cosa dipendono le lunghe liste d’attesa? Le cause sono molteplici. Proviamo ad elencarne solo alcune, le più evidenti.
- Il taglio dei fondi alla sanità pubblica con conseguente diminuzione delle strutture sanitarie, degli ambulatori pubblici, riduzione del ricambio di apparecchiature in fuori uso; eccetera.
- L’insufficiente turn-over del personale medico (particolarmente evidente nelle Regioni in Piano di Rientro come il Molise) con conseguente impoverimento delle risorse professionali negli ospedali e nel territorio. Lo scarso ricambio pure di altre figure professionali, fa si che il medico si trovi abitualmente a operare da solo, senza più sostegno e con consequenziale allungamento delle visite e degli esami diagnostici.
- Il ricorso sempre più frequente alla medicina difensiva: si prescrivono visite specialistiche ed esami diagnostici non al fine di raggiungere una diagnosi basata su un evidente sospetto clinico, ma solo per difendersi da eventuali ricorsi in tribunale. Tali comportamenti determinano una lunga serie di esami inutili che vanno a ingolfare le liste di attesa, impendendo al contempo, a chi ne ha veramente bisogno, di poter accedere a esami diagnostici per loro essenziali.
- Lo sviluppo tecnologico sempre più incalzante e incentrato su un presupposto che riconosce la tecnologia come chiave di volta per guarire da tutte le malattie. Unico vantaggio è l’aumento enorme dei profitti delle multinazionali venditrici di strumentazioni diagnostiche sempre più sofisticate e in molti casi inutili.
Le soluzioni? Eccone alcune, che proviamo a suggerire ai nostri politici.
- Riavviare le assunzioni: non si può pensare di spogliare la sanità pubblica delle risorse professionali necessarie al suo buon funzionamento senza aspettarsi un allungamento dei tempi di attesa e un peggioramento del servizio pubblico; tutto ciò sposterà sempre più i cittadini verso la sanità privata, concretizzando in tal modo l’obiettivo, condiviso da molti politici ed imprenditori, anche nel Molise, della privatizzazione del sistema sanità
- Promuovere professionalità all’interno del servizio sanitario pubblico: incentivare economicamente i medici che lavorano oltre l’orario prestabilito, in modo da far funzionare apparecchiature diagnostiche e ambulatori oltre l’orario canonico e anche sabato e domenica.
- Promuovere leggi per combattere atteggiamenti non etici da parte di quei medici del SSN che deviano i pazienti dal sistema pubblico a quello privato.