E’ rientrata sana e salva in Italia ieri sera la delegazione di sindaci e amministratori del Basso Molise in visita a Bruxelles e che ha vissuto da vicino la terribile giornata di attentati. Sono stati tra i pochi a riuscire a rientrare. Il loro albergo era a 100 metri dalla fermata della metropolitana dove un kamizaze si è fatto esplodere. Tanta paura per loro, «sembrava una guerra» ha raccontato il sindaco di Bonefro Nicola Montagano. Hanno scoperto degli attentati accendendo la tv in camera. Avevano sentito le sirene, ma mai a immaginare un attentato. Da quel momento il centro è stato blindato. Esercito e polizia in strada. Nessuno entrava o usciva dalla zona rossa, quella proprio intorno alle istituzioni dell’Unione Europea. Tutto chiuso, i sindaci non sono nemmeno potuti uscire dall’albergo dove poliziotti si sono presentati per perquisire tutti gli ospiti e controllare bagagli e documenti. «Abbiamo avuto paura, è stata una bruttissima sensazione anche perchè all’inizio non ci eravamo resi conti della gravità , quando poi sono iniziate ad arrivare le prime immagini e il numero dei morti è salito è stato straziante» ha raccontato l’assessore di Larino Michele Palmieri rintrato a casa frastornato. Sono riusciti a rientrare perchè il loro volo partiva da Charleroi, l’altro scalo di Bruxelles. Hanno fatto un percorso a piedi di due chilometri, autorizzati dalla polizia, per poter prendere uno dei pochi taxi a disposizione che li ha portati in aeroporto. Durante il percorso più posti di blocco e poi la presenza massiccia della polizia a Charleroi. Fino alla fine hanno temuto di perdere il volo, ma sono riusciti a partire e a tornare dalle loro famiglie dopo una giornata di terrore vissuta a Bruxelles. Anche in Italia la preoccupazione di possibili attacchi è cresciuta. Sono state potenziate le misure di sicurezza e il ministro Alfano ha deciso di mantenere a due il livello di allerta, che è quello immediatamente precedente all’attacco in corso. Solo pochi giorni fa l’arresto di un arabo che istigava alla jihad e che secondo la polizia progettava un attentato proprio a Roma. Lui Abshir Mohamed Abdullahi era ospite del centro di accoglienza Happy family di Campomarino. E’ stato arrestato perchè denunciato dai suoi stessi compagni il 9 marzo scorso. Il suo difensore Antonio Di Renzo ha chiesto la scarcerazione al tribunale del Riesame, ritenendo eccessiva la misura, stando agli atti al momento nel fascicolo. Il presunto terrorista si difende. Proprio questa mattina durante un colloquio in carcere con il suo avvocato si è detto provato dalla carcerazione e ha confermato come già aveva fatto con il giudice di non aver mai tenato di fare proseliti tra i compagni. I video di propaganda jihadista sostiene di averli guardati per sua cultura personale. Lui che osserva rigidamente il Corano. Non mangia carne di maiale, non beve alcolici, pratica il ramadan e prega più volte al giorno. In carcere, dove è sottoposto a un regime di semi libertà e dove i contatti con gli altri detenuti sono limitati, dorme e prega. A giorni il Riesame dovrebbe fissare l’udienza per valutare la sua scarcerazione.