“Chiedo solo pietà. Anche io quel giorno sono morto con mio fratello”. Così Antonio La Porta si è rivolto ai giudici della Corte d’Appello di Campobasso prima che si ritirassero in camera di consiglio per emettere la sentenza del processo di secondo grado a carico dell’uomo che a maggio di due anni fa a Campodipietra uccise, con un colpo di pistola, il fratello Vincenzo al termine di una lite per un terreno conteso.
La Porta ha preso la parola in aula dopo le conclusioni delle parti, l’accusa ha chiesto per lui l’ergastolo, in primo grado è stato condannato a 28 anni, con il riconoscimento della premeditazione per futili motivi.
Il difensore, Carmine Verde, ha invece chiesto che vengano riconosciute le attenuanti e che Antonio La Porta si era difeso da un’aggressione e non voleva uccidere.
“Mi dispiace per quello che è successo – ha detto l’imputato in lacrime – darei la mia vita per mio fratello, per la sua e la mia famiglia. Non volevo ucciderlo, ci volevamo bene”.
La corte, presieduta da Rossana Iesulauro, è entrata in camera di consiglio poco prima di mezzogiorno e il verdetto è atteso nel pomeriggio.