di GIOVANNI DI TOTA
Un fenomeno molto generalizzato per gli scarsi controlli. La scure della Corte dei Conti cala sui dipendenti della pubblica amministrazione, in particolare quelli della Regione e dell’azienda sanitaria, tra i quali l’abitudine a timbrare il cartellino di entrata in ufficio per poi fare altro è un fatto consolidato.
E’ una delle anticipazioni della relazione che domani il presidente Michael Sciascia pronuncerà nella cerimonia di apertura dell’anno giudiziario contabile in programma a Campobasso.
Nel 2015 ci sono state condanne per circa 4,5 milioni e mezzo di euro, ingiustamente sottratti alla comunità. Tra le osservazioni, quella sul bilancio della Regione per il quale “troppo spesso il legislatore – è scritto nel documento – non pondera adeguatamente il vincolo finanziario”.
Nel settore della sanità, l’obiettivo dell’equilibrio economico si avvicina, anche se lentamente, considerando che la Regione è presenta una prevedibile perdita d’esercizio di 25 milioni e 300mila euro.
La Corte dei Conti torna a soffermarsi sui costi della politica. L’auspicio dei magistrati è che “si dia il buon esempio con una significativa riduzione, investendo i soldi recuperati per il rilancio dell’occupazione, specie giovanile”.
Ancora una volta i gruppi consiliari sono finti nel mirino. Occorre, si legge nella relazione di Sciascia “una oculata gestione dei fondi per l’esercizio delle loro funzioni istituzionali”. Nel settore dei lavori pubblici, viene rilevata “la diffusa tendenza alla violazione della normativa inerente l’obbligo di indizione di pubblica gara, con affidamento diretto, in deroga ai principi di concorsualità, sia per attribuzione di incarichi professionali esterni che per l’aggiudicazione dei lavori”.
Altra stangata, la Corte la riserva a chi gestisce settori importanti per il lavoro e l’economia. Permane il fenomeno di appropriazione di finanziamenti e contributi, compresi quelli provenienti dall’Unione europea, è la tesi, destinati ad iniziative imprenditoriali e sociali sia alla formazione professionale, “che invece – è spiegato nella relazione – finiscono assorbiti da iniziative fittizie ed ottenuti attraverso falsi documenti in un sistema di scarsi controlli e di corruttela, come nel campo dei finanziamenti all’agricoltura”.
In sostanza, è la solenne bocciatura della Corte dei Conti, un sistema “desolante e scoraggiante in cui inefficienza e connivenza si mescolano in maniera inestricabile”.