Gli agenti della Digos di Campobasso lo hanno fermato questa mattina alle 6.30, in un centro di accoglienza Happy Family a Campomarino lido. L’accusa è pesante: istigazione a commettere delitti con finalità terroristiche. Istigazione al terrorismo. Lui è un somalo di 22 anni, richiedente asilo, Imam nella locale comunità islamica, molto carismatico. Aveva subito preso il posto del precedente capo religioso e non aveva nascosto la sua adesione alle organizzazioni terroristiche internazionali terroristiche Al Shabab e Isis, Daesh, operanti in Somalia, ma anche in Libia, Irak, Medioriente e Nord Africa. Sfruttava la sua carica religiosa in particolare nelle attività di preghiera. Inneggiava alla Jihad, alla Guerra Santa, contro gli infedeli ovunque, nel mondo. Guardava, come risulta da intercettazioni ambientali della polizia, e faceva guardare video di azioni cruente, ascoltava e faceva ascoltare inquietanti litanie di propaganda terroristiche. Audio in cui si sentono colpi, invocazioni di aiuto.
Incitava alla Jihad, all’estremismo, dunque, alla violenza, al martirio, al suicidio, al terrorismo con esplosivi, a farsi saltare in aria, anche, esaltava i fatti di sangue di Parigi, Charlie Ebdo e parlava di un attentato alla stazione di Roma, in Italia – diceva di cominciare lì. «Questo ci ha indotto ad operare e ad eseguire il fermo» hanno detto il procuratore Armando D’Alterio e il Questore di Campobasso Raffaele Pagano
Agli ospiti della struttura di Campomarino, a quelli che provenivano da Medioriente e Africa in particolare, diceva che una volta ottenuto l’asilo politico in Italia si sarebbe recato in Siria per combattere. I poliziotti lo hanno fermato oggi, giorno in cui aveva detto, è emerso da intercettazioni, che si sarebbe allontanato invitando gli altri a seguirlo e poi successivamente nel viaggio in Siria, per l’arruolamento.
L’attività investigativa, molto approfondita è iniziata a dicembre hanno spiegato il Questore Raffaele Pagano, la Digos e il Procuratore di Campobasso Armando D’Alterio che ha emesso l’esecuzione del fermo del somalo. Attività nell’ambito di quelle di prevenzione sul territorio, predisposte dalla Questura.
Il somalo è stato perquisito insieme a un altro ospite della struttura, suo connazionale. Perquisito anche il luogo e sequestrati cellulari. L’Imam è nel carcere di Larino a disposizione della locale Procura, per le competenze realative alla sola richiesta di convalida del fermo, essendo reato di competenza distrettuale, che permane in trattazione, dunque, presso la Procura di Campobasso, la quale coordina le indagini che vanno avanti nello stretto riserbo e non si escludono nuovi sviluppi.