Può una ragazzina dare il suo consenso ad abusi e violenze solo perché ha compiuto 14 anni? Secondo il diritto sì. Nel momento in cui la vittima raggiunge quest’età subentra una consapevolezza, una specie di consenso. E’ per questo che nel caso di Giada, la ragazza di Portocannone, che ha denunciato le violenze subite dal parroco durante la sua adolescenza, il pm ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per il periodo che va dai 14 ai 16 anni. Il processo che si è aperto nei giorni scorsi contro Don Marino Genova riguarda solo i fatti relativi a pochi mesi in cui Giada aveva ancora 13 anni. Contro l’archiviazione però il difensore della ragazza Arturo Messere ha presentato opposizione. “RItengo che Giada anche dopo i 14 anni abbia subito le malefatte del prete e che comunque lei era in uno stato psico fisico di inferiorità” ha dichiarato Messere.
Il giudice che ora deve decidere se processare Don Marino anche per il periodo in cui Giada aveva superato i 14 anni è Daniele Colucci. Nei prossimi giorni si conoscerà il suo parere. Se dovesse accogliere le richieste di Messere i due procedimenti potrebbero essere riunificati. Nell’udienza a Larino Don Marino non c’era. Il suo avvocato Ciro Intino ha riferito che il parroco è molto provato e ha voluto precisare che non è stato sospeso a divinis per il caso degli abusi, ma perchè aveva celebrato il funerale di un suo congiunto violando le disposizioni che gli aveva dato il vescovo che lo aveva invitato a star lontano dalla comunità di Portocannone per un periodo di tempo. Monsignor De Luca infatti nel 2012 dopo aver saputo del caso di Giada aveva convocato il parroco Don Marino che aveva ammesso i rapporti e un suo coinvolgimento con la minorenne. La condanna e comunque la sospensione a divinis al parroco, che oggi ha 60 anni, è stata inflitta nel 2014 anche dal tribunale ecclessiastico che ha riconosciuto le responsabilità del sacerdote. Sospensione che però, ora, è terminata. Don Marino è tornato a celebrare i sacramenti.